Fabrizio Corona davanti ai giudici: “Ho pagato 9 milioni di tasse”

Cronaca
Fabrizio Corona (Fotogramma)
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L’ex fotografo dei vip nel difendersi ha anche detto: “Chi l'ha mai pagato un solo euro dalla galera, Mantovani? O Formigoni, che non andrà mai in galera?". La replica dell’ex governatore della Lombardia: “Differenza tra me e te è lo stile”

"Io dalla galera ho pagato 2 milioni di euro di tasse, chi l'ha mai pagato un solo euro di tasse dalla galera, Mantovani? O Formigoni, che non andrà mai in galera?". È intervenuto così Fabrizio Corona davanti alla Sezione misure di prevenzione di Milano, che dovrà decidere se confiscare i 2,6 milioni di euro in contanti, in parte nascosti nel controsoffitto della sua collaboratrice Francesca Persi e in parte in un conto corrente in Austria, e la sua casa. Intanto, si è saputo che la Dda di Milano ha presentato ricorso in appello per le accuse cadute lo scorso 12 giugno, tra cui l'intestazione fittizia di beni, ed è emerso anche che Corona sarebbe indagato per riciclaggio in Austria.

Formigoni: “La differenza tra me e te è lo stile”

L’ex fotografo dei vip si è difeso facendo ancora riferimento alla provenienza "lecita" di quelle somme, dicendo di aver pagato in tutto "9 milioni" di tasse e attaccando anche l'ex governatore lombardo e l'ex “numero due” del Pirellone, coinvolti in procedimenti giudiziari a Milano. "Caro Corona, la differenza fra te e me attiene a un campo a te sconosciuto: lo stile - ha replicato Roberto Formigoni in una nota -. Io non ho mai attaccato nessuno per difendere me stesso. Buona fortuna".

Corona: “Dimostrerò la provenienza di ogni euro”

Corona, così come hanno fatto anche i suoi legali, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, si è detto "pronto di nuovo a dimostrare, come abbiamo già fatto nel processo penale, la provenienza di ogni euro arrivato in nero e di ogni euro entrato nelle mie società per la mia attività dal 2008 in poi". Questo procedimento, ha aggiunto, "parte da un sequestro fatto dalla Procura, ma poi è comparsa la Dda che si è messa a fare interrogatori su mie collusioni con persone della criminalità organizzata. E ora nel ricorso in appello la Dda - ha proseguito il fotografo - riesce a sostenere che mai hanno detto che quei soldi appartenevano alla criminalità organizzata".

La sentenza del 12 giugno

Con la sentenza del 12 giugno scorso, infatti, erano cadute le accuse di violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione e intestazione fittizia dei beni sui 2,6 milioni di euro. L'ex fotografo dei vip era stato condannato a un anno ma solo per un illecito fiscale su una cartella esattoriale. I contanti, avevano scritto i giudici, erano i ricavi in nero dell'ex agente fotografico e non reggeva l'ipotesi secondo cui le somme potessero "avere un'origine diversa dall'attività imprenditoriale di Corona" e fossero state "a lui affidate da terzi in custodia o a fini di reimpiego".

I soldi e la casa

E proprio su quanto accertato nel processo hanno puntato oggi i legali di Corona: alla fine dell'istruttoria i giudici dovranno stabilire se confiscare, come chiesto dal pm Alessandra Dolci, o dissequestrare, come chiesto dalla difesa, gli oltre 2,6 milioni e la casa di via De Cristoforis e se aggravare o meno la misura della sorveglianza speciale disposta per l'ex agente fotografico nel 2012.

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