Taranto: falsi incidenti stradali, denunciate 144 persone

Cronaca
Tra i denunciati, in otto dovranno rispondere anche di associazione per delinquere (foto: archivio LaPresse)
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La polizia stradale del capoluogo di provincia ha scoperto frodi ai danni di 18 compagnie assicurative per un totale di circa 500mila euro

Frodi per circa 500mila euro orchestrate grazie a falsi incidenti stradali. È questa la somma che un’organizzazione attiva in provincia di Taranto sarebbe riuscita a raccogliere a danno di una serie di compagnie assicurative. Gli illeciti, scoperti da un’indagine condotta dalla Polizia stradale della città, hanno portato alla denuncia di 144 persone che sono state accusate di truffa ai danni di 18 compagnie assicurative, falsa testimonianza e fraudolento danneggiamento di beni assicurati. Tra i denunciati, in otto dovranno rispondere anche di associazione per delinquere.

Gli atti di vendita delle automobili non venivano registrati

Secondo le indagini la presunta organizzazione operava a Grottaglie, in provincia di Taranto, dove veniva denunciato il maggior numero di falsi sinistri stradali. Stando alle ricostruzioni della polizia, gli indagati acquistavano delle vetture al solo scopo di denunciare una serie di falsi incidenti che si verificavano in un breve lasso di tempo. Per evitare possibili accertamenti da parte degli uffici antifrode delle compagnie di assicurazione, i membri dell’organizzazione dopo l’acquisto della vettura non procedevano alla registrazione dell’atto di vendita presso gli uffici Pra (Pubblico Registro Automobilistico) e Motorizzazione. In questo modo riuscivano a rendere più difficile la reale riconducibilità delle automobili e quindi l'effettiva responsabilità nei falsi sinistri stradali.

Sei incidenti in due mesi per la stessa vettura

L'indagine è stata condotta dal pubblico ministero Lanfranco Marazia e ha preso avvio a seguito di una querela presentata da una compagnia assicurativa che poneva l’attenzione su sei incidenti stradali, avvenuti nel giro di due mesi, e di cui era stata protagonista la stessa autovettura. Nel periodo incriminato, infatti, il dispositivo satellitare installato dalla compagnia sulla vettura, segnalava delle differenze tra quanto denunciato dagli assicurati e le relative posizioni satellitari. Partendo da questo evento il pm ha potuto analizzare la documentazione, prodotta dalla compagnia assicurativa, di altri 61 sinistri stradali che evidenziavano delle "singolari analogie" con il primo caso. In molti di questi la dinamica dell’incidente si ripeteva: gli assicurati denunciavano un tamponamento a catena tra tre macchine per riuscire a ottenere un duplice indennizzo. In tutti i sinistri inoltre, sottolinea la polizia, non veniva mai richiesto l’intervento da parte delle forze dell'ordine e venivano denunciati esclusivamente danni materiali. I denunciati, infatti, miravano ad ottenere un risarcimento veloce con la procedura prevista in regime di indennizzo diretto.

Coinvolti anche quattro avvocati

Le indagini hanno trovato conferma anche in una serie di intercettazioni telefoniche operate all'interno di uno studio legale, dove un avvocato compiacente avrebbe messo a disposizione dell'organizzazione le proprie competenze. Consulenze che, secondo la polizia, avrebbero fornito anche altri tre legali, tra cui uno impiegato in una compagnia di assicurazioni. 

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