Attentato Marsiglia, fratello killer già espulso dall'Italia nel 2014

Cronaca
Anis Hanachi, fratello dell'attentatore, in una foto rilasciata dalla Polizia

Anis Hannachi è stato arrestato a Ferrara e, secondo la Procura Antimafia e Antiterrorismo, "non sta collaborando". Era tornato da pochi giorni nel nostro Paese: l'ipotesi è che sia stato lui a indottrinare e radicalizzare il fratello

Un passato da "foreign fighter in Siria" e un passaggio in Italia "nell’ottobre del 2014". Questi sono alcuni dettagli emersi nel corso della conferenza stampa al Viminale a proposito dell’arresto a Ferrara di Anis Hannachi, fratello di Ahmed, il killer che a Marsiglia ha ucciso a coltellate due cugine lo scorso 1 ottobre. Il capo della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Franco Roberti ha riferito che "sono previsti importanti sviluppi investigativi", nonostante Hannachi "non stia collaborando".

Si ipotizza che sia stato lui a indottrinare il fratello

Arrestato a Ferrara dalla Polizia sabato 7 ottobre, il 25enne è accusato di partecipazione ad associazione terroristica e complicità nel delitto commesso dal fratello. Secondo quanto riferito dalle autorità francesi a quelle italiane, Anis Hannachi aveva combattuto tra i foreign fighters arrivati da tutto il mondo in Siria per partecipare alla jihad. L’ipotesi – ancora da verificare – è che sia stato proprio lui a indottrinare e spingere alla radicalizzazione il fratello Ahmed.

Espulso nell'ottobre del 2014

L’unica traccia di Anis Hannachi in Italia precedente al suo arresto "risale all’ottobre del 2014, quando venne respinto dal nostro Paese e rimandato in Tunisia in quanto irregolare". Fino alla sera del 3 ottobre 2017 quando, le autorità francesi segnalano la possibile presenza dell’uomo in Italia, circostanza poi accertata il 4 ottobre in Liguria. Tre giorni dopo, l’uomo viene arrestato a Ferrara.

Tornato in Italia da pochi giorni

Il questore di Ferrara, Antonio Sbordone ha reso noto che "l'uomo era a Ferrara da qualche giorno. Era ospite di un amico, un connazionale tunisino in città da molti anni e perfettamente integrato". La presenza dell'amico, secondo Sbordone, è il motivo per cui Hannachi ha scelto di andare a Ferrara dopo l'attentato a Marsiglia. Ma "al momento si esclude che in città ci sia una rete di estremisti e la persona che ha ospitato Hannachi non risulta indagata". Prima dell'arresto dunque Anis Hannachi era in Italia da pochi giorni e, ha aggiunto il quoestore, "durante l'arresto ha dichiarato le stesse generalità che aveva dichiarato quando è sbarcò in Sicilia nel 2014. Come allora, ha dichiarato di essere libico. Ma la sua identità è stata poi confermata dall’autorità consolare tunisina".

Nessuna azione in programma in Italia

"Non ci sono evidenze di azioni in programma nel nostro Paese" da parte di Anis Hannachi. Lo ha sottolineato, nel corso della conferenza stampa, Lamberto Giannini, direttore dell'Antiterrorismo, ricordando come la presenza di Anis in Italia al momento appaia "abbastanza estemporanea, come testimoniato anche dalla mancanza di solide basi d'appoggio". Per Giannini va comunque messo in evidenza che "i casi di soggetti vicino al jihadismo e passati per l'Italia sono per adesso testimonianza di esperienze e di storie diverse tra loro: da parte nostra c'è la massima attenzione, le indagini proseguono serrate ma non esiste una matrice comune di condotte e di comportamenti tale da far pensare che in Italia ci sia una base per la preparazione di azioni".

Cronaca: i più letti