Attentato Marsiglia, arrestato a Ferrara un fratello del killer

Cronaca

La polizia ha eseguito un mandato di cattura internazionale per Anis Hanachi. È un parente di Ahmed, l'uomo che in Francia, l'1 ottobre, ha ucciso due persone. È accusato di terrorismo e complicità nell'attentato

Anis Hannachi, fratello di Ahmed Hannachi, l'attentatore che a Marsiglia ha ucciso due ragazze, è stato arrestato a Ferrara dalla Polizia che ha eseguito un mandato di cattura internazionale emesso dalla Francia. Il fratello del killer di Marsiglia ha 25 anni ed è accusato di partecipazione ad associazione terroristica e complicità nel delitto commesso dal fratello.

L'arresto

L'uomo è stato bloccato ieri sera, 7 ottobre, dagli uomini della Digos di Bologna e Ferrara. L'arresto è il risultato di una complessa attività investigativa coordinata dal Servizio centrale per il contrasto al terrorismo esterno dell'Antiterrorismo. Alle indagini hanno collaborato le autorità francesi, sia a livello investigativo che giudiziario, la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, e la procura di Roma.

I dettagli

Dopo l'arresto, Anis Hannachi è stato messo a disposizione della procura generale presso la Corte d'appello di Bologna. I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma lunedì 9 ottobre alle 10.30 a Roma negli uffici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

L’aggressione a Marsiglia

L’attacco dell'1 ottobre a Marsiglia è stato rivendicato dall’Isis che ha definito Hannachi “uno dei suoi soldati”. Il trentenne, come confermato dalla polizia, aveva urlato Allah u Akbar e poi aveva colpito le due ragazze con un coltello, prima di essere ucciso dai militari dell’operazione Sentinelle.

Il passato in Italia dell'attentatore

Lo stesso attentatore ha vissuto alcuni anni nel nostro Paese: arrivato nel 2006, due anni dopo sposò un'italiana residente ad Aprila. Entrambi hanno avuto precedenti penali per reati contro il patrimonio e spaccio di droga ma, soprattutto nei suoi confronti, non sono mai emerse circostanze che potessero far pensare ad un avvicinamento alla jihad. Hannachi, dunque, durante il soggiorno in Italia, non ebbe comportamenti tali da motivare l'attenzione dell'antiterrorismo.

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