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Torino, processo per abusi su minore dura 16 anni: reati prescritti

Cronaca

Una ragazzina è stata prima vittima del padre e poi dell’educatrice della comunità di recupero alla quale era stata affidata. Il processo inizia nel 2002, quando trova il coraggio di denunciare. Ma oggi i suoi aguzzini sono liberi e impuniti

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Sedici anni per un processo e ora gli abusi commessi su una giovane, all'epoca dei fatti minorenne, sono andati prescritti. La terza sezione penale della Cassazione ha annullato, per intervenuta prescrizione, la sentenza con cui la Corte d'Appello di Torino aveva condannato l'educatrice di una comunità di recupero per minori per avere costretto la giovane ad avere rapporti col marito, nel frattempo morto suicida, e con l'amante, anche lui condannato.

Tempi processuali 

L'ultima parola di questa storia di lentezza giudiziaria, riportata dal quotidiano la Repubblica, gli ermellini la scrivono la sera del 21 settembre. Quando con l'annullamento della sentenza della corte d'Appello i responsabili degli abusi restano liberi. E impuniti.

Un processo iniziato nel 2002, quando la giovane vittima aveva trovato il coraggio di denunciare l'educatrice che avrebbe dovuto aiutarla a superare le violenze subite in precedenza dal padre. La condanna di primo grado arriva nel 2007, ma gli imputati fanno appello. La sentenza della Corte d'Appello è del settembre 2016 e viene depositata lo scorso febbraio. Dieci anni dopo la prima. Troppo tardi per evitare la prescrizione.

"Inaccettabile"

Una storia "inaccettabile" per un Paese che si definisce civile. Alessandra Zedda (regione Sardegna), Alessandra Moretti (regione Veneto), Flaminia Bolzan (criminologa) e Chiara Baschetti (attrice e modella), sostenitrici dell'associazione “Divieto di femminicidio, salviamone una in più” commentano così "la storia di autentico orrore su un'adolescente che non ha mai visto giustizia a causa di un'incredibile serie di lentezze giudiziarie che hanno portato il reato in prescrizione".