Omicidio Noemi, pm: fidanzato ha agito con premeditazione e crudeltà
CronacaIl 17enne, reo confesso del delitto, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia. Domani il giudice deciderà se convalidare il fermo. Il legale: è pentito e molto provato. Gli avvocati intenzionati a chiedere una perizia psichiatrica
Il fidanzato di Noemi Durini, reo confesso dell'omicidio della 16enne di Specchia, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip. Il suo avvocato, all’uscita della Comunità protetta dove si trova il 17enne, ha spiegato che il suo assistito non avrebbe risposto alle domande in quanto aveva già fornito la sua versione dei fatti.
Legali: “È molto pentito”
"È un momento molto difficile. Il giovane è molto pentito e molto segnato, non sta bene", ha detto il legale spiegando che il suo assistito continua a ripetere la sua versione. Domani il giudice deciderà se convalidare il fermo disposto dalla Procura il 13 settembre e quale misura cautelare disporre a carico del giovane. Secondo gli avvocati del ragazzo "non ci sono i presupposti del pericolo di fuga" e hanno annunciato che chiederanno una perizia psichiatrica per stabilire se il giovane è in grado di intendere e volere.
Pm: ha agito con premeditazione e crudeltà
La Procura dei minorenni contesta al ragazzo un omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà dai futili motivi. Nel decreto di fermo emesso nei suoi confronti si esclude l’omicidio d'impeto, come sostenuto dal ragazzo, ma un atto pianificato e studiato.
Attesa per risultati autopsia
Lunedì l'autopsia potrà accertare le cause del decesso di Noemi. Intanto la tac ha escluso che sia morta per un colpo alla testa. Ieri intanto il padre della ragazza uccisa si è recato davanti all’abitazione dei genitori del 17enne reo confesso. L’uomo ha dichiarato che il ragazzo “sta nascondendo suo padre, lo protegge, ma quello non si salverà, ha fatto tutto lui. Aveva un odio per mia figlia che non era comprensibile”.
La versione del 17enne
Il diciasettenne reo confesso, nel primo interrogatorio avrebbe addossato alla ragazza la responsabilità di un piano per uccidere la sua famiglia. "Voleva convincermi ad uccidere i miei genitori”, ha detto il giovane che poi ha rischiato il linciaggio all'uscita dalla caserma dei carabinieri. In passato sarebbe stato in cura al Sert per uso di droghe leggere, aveva subito tre trattamenti sanitari obbligatori in un anno e ci sarebbero stati diversi episodi di violenza ai danni della ragazza. Qualche settimana fa il ragazzo era stato denunciato dalla mamma di Noemi. A loro volta, i genitori del 17enne avevano denunciato la giovane per per atti persecutori. Le due famiglie avevano un rapporto molto teso a causa della relazione tra i figli accusandoli a vicenda di comportamenti violenti.