Consip, polemiche dopo verbali pm Musti. Renzi: "Pretendo verità"

Cronaca

Secondo la magistrata i carabinieri Scafarto e De Caprio volevano arrivare all’ex premier. “Ha in mano una bomba, se vuole può farla esplodere”, le avrebbero detto. Capitano Ultimo: mai agito a fini politici. Pd: “Complotto”. Il segretario: “Fango si ritorcerà contro”

L’inchiesta Consip è di nuovo al centro delle polemiche. A scatenarle, questa volta, è la pubblicazione dei verbali della pm di Modena Lucia Musti al Csm. Verbali che riguardano i rapporti con il capitano dei carabinieri del Noe Gianpaolo Scafarto e il colonnello Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo, a cui erano affidate le indagini. I militari avrebbero detto al magistrato di voler arrivare a Renzi: “Ha in mano una bomba, se vuole può farla esplodere”. Mentre la pm Musti ha deciso di non commentare, De Caprio ribatte di non aver mai citato Renzi e di non aver mai agito a fini politici. E attacca il magistrato: “Ci disse di non informare i carabinieri di Modena e la prefettura perché collusi con le coop rosse su cui indagava autonomamente”. Dentro il Pd c’è chi parla di “complotto” e “tentativo eversivo”. E il segretario Matteo Renzi (il padre è indagato per traffico di influenze) attacca: “Chi voleva usare Consip per gettare fango su di me vedrà quel fango ritorcersi contro. Pretendo la verità”.

L’audizione del luglio scorso

Alcuni quotidiani, hanno riportato le frasi che la magistrata Lucia Musti avrebbe riferito nell'audizione del 17 luglio scorso al Csm. La procuratrice di Modena avrebbe raccontato che, in più di un incontro, il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto (indagato per falso nell'ambito dell'indagine Consip) e il colonnello Ultimo le avrebbero detto: “Se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi”. I colloqui risalirebbero alla primavera del 2015: ad aprile di quell'anno, la Procura di Modena aveva appena ricevuto gli atti dell'inchiesta sugli affari della coop Cpl Concordia, aperta dalla Procura di Napoli e poi trasmessa per competenza territoriale nella città emiliana. Davanti alla prima commissione del Csm, in una seduta durata oltre due ore e mezza, la procuratrice avrebbe ricostruito i retroscena e sottolineato “di aver visto Scafarto e Ultimo particolarmente ‘spregiudicati’ e come ‘presi da un delirio di onnipotenza’”. Il verbale di Musti al Csm è stato inviato ai pm di Roma per approfondimenti.

Il colonnello De Caprio: “Mai indagini per fini politici”

“Non ho mai svolto indagini per fini politici”, ha detto all’Ansa il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, riguardo a quella che ha definito una “campagna di linciaggio mediatico”. A proposito del procuratore Musti, ha aggiunto di non averla “mai forzata in nessuna cosa” e di aver sempre svolto “le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà”. “Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri”, ha detto ancora. E poi: “La dottoressa Musti è stata supportata in tutto quello che ci ha liberamente richiesto, compresa la presenza del capitano Scafarto a Modena, compreso il fatto di non informare delle indagini il comandante provinciale dei carabinieri di Modena e la prefettura perché li considerava collusi con le cooperative rosse su cui da tempo indagava autonomamente”. “Non commento le dichiarazioni di De Caprio. Risponderò solo alle domande dei magistrati di Roma”, ha tagliato corto Lucia Musti.

Renzi: “Fango si ritorcerà contro”

Ha parlato, invece, Matteo Renzi. “Qualcuno, quelli che volevano usare Consip per gettare fango addosso a me, vedrà quel fango ritorcersi contro. Il tempo è galantuomo, lo sarà anche per la vicenda Consip. Non abbiamo niente di cui vergognarci. La verità viene fuori e finirà per colpire chi ha tradito il senso dello Stato. Lo scandalo Consip è nato per colpire me e credo che colpirà chi ha falsificato le prove per colpire il presidente del Consiglio”, ha detto l’ex premier a un evento del Foglio a Milano. “Complotto? Non è una parola che ho mai utilizzato né utilizzerò adesso – ha aggiunto –. In un momento in cui qualcuno non si comporta come avrebbe dovuto, chi è al centro di questa vicenda deve innanzitutto esprimere rispetto per tutte le istituzioni”. E ha concluso: “C'è un giudice a Roma e ci fidiamo del giudice. Pretendiamo che la verità venga fuori”.

Le reazioni

In tanti, soprattutto nel Pd, hanno parlato di “complotto”. Democratica, il quotidiano online del Partito democratico, ha scritto: “Sempre più chiaro il tentativo eversivo di una parte delle istituzioni contro il Pd e la sua leadership”. Andrea Romano, in un editoriale dal titolo “Vogliamo la verità”, ha aggiunto: “Ci troviamo di fronte ad un fatto enorme e dal chiaro sapore eversivo”. “Siamo di fronte a pezzi di apparati dello Stato che hanno consapevolmente lavorato per fabbricare prove false per colpire il legittimo presidente del Consiglio e interferire con la dinamica democratica. Qualora tutto questo fosse confermato, ci sarebbe un termine tecnico per definirlo. E si chiama eversione”, ha detto invece Matteo Orfini, presidente del Pd. Il deputato Michele Anzaldi avrebbe depositato anche un’interrogazione in cui si chiede ai ministri di Interno e Difesa se non ritengano “necessario valutare se e in che modo si debba intervenire per verificare se alcuni Carabinieri abbiano realmente tramato contro i vertici democratici del Paese”. Si chiede, inoltre, “se le dichiarazioni alla stampa del comandante De Caprio siano state autorizzate o meno dai vertici dell'Arma”.

Polemiche per parole De Caprio

Tra le dichiarazioni di De Caprio che hanno provocato più polemiche c’è questa: “Leggo che illustri esponenti politici, tra cui Dario Franceschini, Luigi Zanda, Michele Anzaldi, Pino Pisicchio, paventano colpi di Stato e azioni eversive da parte del Capitano Ultimo e di pochi disperati carabinieri che lavorano per un tozzo di pane. Stiano sereni tutti, perché mai abbiamo voluto contrastare Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere, mai abbiamo falsificato alcunché. L'unico golpe che vediamo è quello perpetrato contro i cittadini della Repubblica, quelli che non hanno una casa, quelli che non hanno un lavoro. E quel golpe non lo hanno fatto e non lo fanno i carabinieri”. “Le dichiarazioni del colonnello De Caprio sono da attribuire a lui personalmente e non certo all'Arma dei carabinieri che ha sempre, e continua a dimostrare, grande fedeltà al proprio ruolo. Credo che dovranno anche essere valutate dal Comando generale per capirne l'opportunità”, ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

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