Femminicidio nel siracusano, dopo 6 mesi il figlio accusa il papà

Cronaca
(Getty Images)

La donna è morta a causa di ustioni. Si pensava a un incidente domestico per una bombola di gas. Poi, il bambino della coppia ha confidato alla nonna: “È stato papà”

Quello che sembrava un incidente domestico sarebbe stato in realtà un caso di femminicidio. Svolta nelle indagini sul caso di Laura Pirri, morta lo scorso 7 marzo a Rosolini, nel Siracusano, in seguito a delle ustioni. Per la sua morte, la polizia di Pachino, in provincia di Siracusa, ha arrestato il compagno 36enne con le accuse di omicidio, maltrattamenti in famiglia, lesioni, incendio e calunnia.

L’uomo aveva parlato di incidente domestico

La donna, 32 anni, morì il 25 marzo dopo 18 giorni di agonia nel reparto di rianimazione del Civico di Palermo a causa delle ustioni che le ricoprivano il 40% del corpo. L’uomo aveva detto agli investigatori che c’era stato un incidente domestico causato dall’esplosione improvvisa di una bombola di gas da campeggio con la quale stavano cucinando.

Svolta nelle indagini dopo la confidenza del figlio

La polizia, coordinata dalla Procura di Siracusa, aveva inizialmente avviato le indagini per incidente domestico. Indagini poi virate sull’omicidio dopo la testimonianza della madre della vittima che aveva raccontato che il figlio di 10 anni della coppia aveva detto di aver assistito all’omicidio della madre. “È stato papà a dare fuoco alla mamma”: sarebbe stata questa confidenza fatta dal bambino alla nonna materna a far scattare le successive indagini.

Vittima di maltrattamenti per anni

Il procuratore Francesco Paolo Giordano, che col sostituto Tommaso Grillo ha coordinato le indagini, ha dunque messo sotto intercettazioni ambientale la casa della madre dell'uomo dove era andato a vivere dopo il sequestro della casa coniugale. Dalle indagini sarebbe emerso che al culmine dell’ennesima lite, per avere 20 euro, l’uomo avrebbe prima gettato del liquido infiammabile addosso alla compagna e poi le avrebbe dato fuoco. La donna negli anni sarebbe stata vittima dei maltrattamenti dell'uomo, una persona violenta, che per futili motivi avrebbe anche incendiato l'auto di un vicino.

Indagini "delicate e complesse" 

La Questura sottolinea quanto le indagini siano state “delicate” per il “fatto che il figlio minorenne fosse presente durante l’omicidio della madre per mano del padre”. Indagini che si sono rivelate complesse anche per il “contesto di omertà dovuta al timore di ritorsioni da parte dell’uomo”. Ma sarebbe stato proprio lui a tradirsi durante un’intercettazione ambientale mentre “con sua madre e il figlio” discute di “una versione di comodo” da definire e rivela anche il movente: “pochi euro negati dalla vittima al suo assassino”. 


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