Depositate le motivazioni con cui i supremi giudici hanno confermato il proscioglimento di Jessica Pulizzi, sorellastra della bimba sparita a Mazara del Vallo nel 2004, dall’accusa di sequestro di persona: c’è solo qualche indizio ma nessuna prova del suo coinvolgimento
La sorte di Denise Pipitone, sparita la mattina del primo settembre del 2004 da Mazara del Vallo (Tp) quando aveva 4 anni e mai più ritrovata, “è tuttora sconosciuta”. È quanto si legge nelle motivazioni con cui la Cassazione ha confermato il proscioglimento di Jessica Pulizzi dall’accusa di sequestro di persona. Pulizzi è la “sorellastra” di Denise e all’epoca della scomparsa della bimba aveva 14 anni. I supremi giudici, quindi, rimarcano come il caso sia ancora aperto e non risolto, a distanza di tredici anni dall'apertura delle indagini.
Contro Jessica Pulizzi qualche indizio ma nessuna prova
Sul proscioglimento di Jessica Pulizzi, la Cassazione scrive che c’è solo qualche indizio ma nessuna prova del suo coinvolgimento nel sequestro della piccola Denise Pipitone (che sarebbe nata da una relazione di suo padre Pietro Pulizzi con Piera Maggio, sposata con Antonino Pipitone). Per questa ragione, spiegano i giudici nelle motivazioni che sono state depositate, non merita obiezione l'assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Palermo nel 2015, conforme al primo grado, impugnata dal Pg di Palermo e dai familiari di Denise, compresi i due padri. Ad avviso della Suprema Corte, Jessica non era l'unica ad avere in via “esclusiva” del risentimento verso Denise, dato che anche a sua madre - Anna Corona, non accusata del reato – “era attribuibile lo stesso movente”. Inoltre la sua presenza nel mercato, a 500 metri dal luogo in cui scomparve Denise, non prova nulla in un centro di “ridotte dimensioni” come Mazara.
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