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Strage rapido 904, giudice in pensione: processo riparte da capo

Cronaca

L'appello è stato rinviato a data da destinarsi perché la corte non avrebbe potuto portare a termine la nuova istruttoria. L’imputato, accusato di essere il mandante dell’attentato che nel 1984 provocò 16 morti e 260 feriti, è Totò Riina

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Il processo d’appello a Firenze per la strage del rapido 904 (FOTOSTORIA), che vede come unico imputato Totò Riina, dovrà ricominciare da capo. Il processo, infatti, è stato rinviato a data da destinarsi per l'imminente pensionamento, previsto per i primi d’ottobre, del presidente della corte Salvatore Giardina. Sarà necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss che era stato deciso di interrogare in appello.

I motivi del rinvio

Il rinvio a data da destinarsi è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all'articolo 603 del codice di procedura penale. Come spiegato dalla corte, la riforma Orlando impone al giudice di disporre la riapertura completa dell'istruttoria nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento. E in questo processo, appunto, Totò Riina era stato assolto in primo grado e la pm Angela Pietroiusti aveva deciso di ricorrere in appello contro la sentenza. La corte, durante l’udienza di oggi, ha stabilito il rinvio proprio per consentire il completo svolgimento della nuova istruttoria, che l'attuale collegio giudicante non avrebbe potuto portare avanti a causa dell'imminente pensionamento del giudice.

Orlando chiede relazione sul rinvio

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha chiesto una dettagliata relazione sul rinvio del procedimento precisando poi che "la necessità di rinnovare il dibattimento in caso di appello del pm contro una sentenza fondata su prove testimoniali discende da una consolidata giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ampiamente recepita dalla Corte di Cassazione già prima della modifica legislativa dello scorso luglio, che ha semplicemente adeguato la formulazione della norma. Non vi è stato perciò alcun imprevedibile rallentamento del processo a seguito dell'entrata in vigore della recente riforma". 

La strage del 1984

Riina, accusato di essere il mandante della strage, era pronto a seguire l'udienza in barella, in videoconferenza dal carcere di Parma (dove è detenuto). Accanto a lui, in collegamento dal penitenziario, anche il suo legale Luca Cianferoni. Per la strage del Rapido 904, nella quale morirono 16 persone e 260 rimasero ferite, ci sono state altre condanne, tra cui quella di Pippo Calò, uno dei fedelissimi del boss Riina. L’attentato avvenne il 23 dicembre 1984 nella Grande galleria dell'Appennino, subito dopo la stazione di Vernio, ai danni del treno rapido n. 904, proveniente da Napoli e diretto a Milano.