Esplora tutte le offerte Sky

Agguato nel Gargano, terra di faide trentennali

Cronaca
Agguato Foggiano, oggi vertice comitato per la sicurezza
NEWS
Agguato Foggiano, oggi vertice comitato per la sicurezza
02:10 min

Ieri uccisi boss, cognato e testimoni.  "Non è mafia di serie B" avverte il Procuratore Nazionale Antimafia, Roberti. Oggi Minniti a Foggia 

Coinvolge numerose famiglie la cosiddetta faida del Gargano, una guerra scoppiata per questioni di abigeato e poi trasformatasi in lotta per il controllo del territorio e dei traffici illeciti. “Non è mafia di serie B" avverte il Procuratore Nazionale Antimafia, Roberti. 

 

Strage del Gargano

Quattro persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco in un agguato compiuto il 9 agosto a San Marco in Lamis (Foggia). Una delle quattro vittime è il presunto boss Mario Luciano Romito, di 50 anni, di Manfredonia, ritenuto dagli investigatori uno degli esponenti di spicco dell'omonimo clan. A sparare è stato un commando di 4-5 uomini che avrebbe agito prima contro un maggiolone, su cui erano a bordo le prime due vittime. Poi sarebbero stati uccisi due contadini a bordo di un Fiorino, freddati perché testimoni involontari di quanto accaduto. 

30 omicidi e altrettanti tentativi

La faida parte da lontano. Una guerra iniziata oltre 30 anni fa e scandita da oltre 30 omicidi, altrettanti tentativi di omicidio e decine di casi di Lupara bianca. Un tempo alleati dei Li Bergolis e del capo famiglia Francesco, detto "Ciccillo" vi erano anche i Romito. Poi l'alleanza subì una rottura e anche queste due famiglie entrarono in guerra uccidendosi tra loro.

Faida dal 1981

Un'altra faida è quella di San Nicandro Garganico tra i Tarantino e i Ciavarrella. Tutto iniziò con il furto di un bovino. La catena di delitti comincia il 28 marzo del 1981 quando scompaiono nel nulla - forse inghiottiti per sempre da una delle grotte garganiche o, secondo alcuni, dati in pasto ai maiali - cinque componenti della famiglia Ciavarrella: Matteo, di 57 anni, la moglie Incoronata Gualano, di 55, e i tre figli, Nicola, Giuseppe e Caterina, di 17, 16 e 5 anni. Per questa strage viene condannato all'ergastolo Giuseppe Tarantino, primo di otto fratelli. Matteo aveva testimoniato nel processo del furto di bovino e doveva essere vendicato. 

Diciassette gli omicidi contati sino ad oggi che hanno l'unico obiettivo di eliminare il rivale che porta quel cognome. E quando tutti i Tarantino o i Ciavarrella sono terminati si passa ad eliminare i cognati. Una faida che racconta anche la storia di una donna, diventata collaboratore di giustizia, che prima è sposata ad un Tarantino e poi diventa l'amante di un Ciavarrella.

Famiglie in guerra

Poi c'è l'ultima guerra, quella che si sta svolgendo a Vieste dopo il vuoto di poter creato dall'omicidio di Angelo Notarangelo, detto "Cintaridd", ucciso nel gennaio del 2015, secondo alcuni da qualcuno che gli era amico e che voleva scavalcarlo. Famiglie in guerra tra loro ma che a seconda della convenienza si alleano anche con qualche clan della Società la mafia di Foggia. Una guerra tra ex allevatori ora diventanti imprenditori dei traffici illeciti, tra cui la droga e le estorsioni.

Cronaca: i più letti