Il padre della ragazza, deceduta a Genova dopo aver assunto metanfetamina, chiede “silenzio e rispetto”. Domani l'autopsia e l'udienza per la convalida del fermo dei due maggiorenni arrestati con l'accusa di spaccio aggravato e morte come conseguenza di altro reato
Un nuovo indagato nell'inchiesta sulla morte della ragazza di 16 anni stroncata da una dose di metanfetamina. Si tratta di un ragazzo di 20 anni accusato anche lui di spaccio aggravato e morte come conseguenza di altro reato. Il ragazzo è stato indicato come colui che avrebbe ceduto materialmente la droga al fidanzato della vittima e al loro amico, arrestati ieri. Il padre e il fratelo della 16enne morta venerdì sera, hanno chiesto "rispetto per il proprio dolore e la propria privacy”. Domani sarà conferito l'incarico per l'autopsia al medico legale.
I soccorsi chiamati da un netturbino
Dalle indagini emergono anche nuovi particolari sulla vicenda. Secondo quanto ricostruito, a chiamare i soccorsi sarebbe stato un netturbino che ha visto la 16enne a terra mentre i suoi amici cercavano di soccorrerla: gli inquirenti stanno esaminando i filmati della videosorveglianza della zona per capire se la giovane sarebbe sopravvissuta in caso i ragazzi avessero chiamato subito il 118. Domani sarà anche conferito l'incarico per l'autopsia al medico legale.
La vicenda
La ragazza, secondo quanto ricostruito, avrebbe assunto la droga un appartamento nel quartiere San Martino insieme all’amico, al fidanzato e a un’altra giovane sua coetanea. Il gruppo poi sarebbe uscito per proseguire la serata in centro ma, nella zona della stazione ferroviaria di Brignole, la 16enne si è sentita male: è stata trasportata, già in come, all’ospedale di Galliera dove è morta dopo 40 minuti.