Controllore accoltellato, il procuratore di Lodi: si è inventato tutto

Cronaca
Foto d'archivio (Fotogramma)

Le indagini hanno smontato il racconto del capotreno che il 19 luglio aveva denunciato di essere stato aggredito da un uomo di colore sul Regionale Trenord da Piacenza a Milano, all'altezza di Santo Stefano Lodigiano. È accusato di calunnia e simulazione di reato

Si sarebbe inventato tutto il capotreno che mercoledì 19 luglio aveva denunciato di essere stato accoltellato da un uomo di colore sul Regionale Trenord delle 7 da Piacenza a Milano Greco Pirelli. Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro.

Calunnia e simulazione di reato

Il caso è stato risolto in pochi giorni dalla polizia di Lodi, che con la Scientifica ha analizzato anche tutti i filmati delle telecamere delle ferrovie. L'uomo è stato accusato di calunnia e simulazione di reato.

Il racconto del controllore

Il controllore, 45 anni, aveva raccontato di essere stato aggredito durante un controllo del biglietto all'altezza di Santo Stefano Lodigiano. Secondo la sua ricostruzione, un passeggero aveva estratto un coltello quando gli era stato chiesto di mostrare il titolo di viaggio. Il controllore aveva anche raccontato di essersi ferito alla mano per schivare un colpo all’addome. Alla stazione successiva, quella di Codogno, l'addetto di Trenord era stato caricato in ambulanza e portato in ospedale con la lama ancora conficcata nella mano. Per trovare l’aggressore, che si riteneva essere uno straniero, era scattata la caccia all’uomo.

La versione rivista

L'uomo, secondo le indagini, si sarebbe autoinferto la ferita alla mano con un coltello preso dalla sua cucina di casa. "Si è inventato tutto, la vicenda va letta come segnale di esasperazione per la situazione che stanno vivendo", ha detto il procuratore Chiaro. Il capotreno si sarebbe giustificato spiegando di aver indicato come suo aggressore un ragazzo ghanese di 25 anni con il quale aveva avuto un alterco il giorno prima e che temeva di incontrare di nuovo sul treno. Per questo, ha detto, ha simulato l'aggressione dando la colpa al giovane africano. La procura sta cercando riscontri a questo alterco, che potrebbe non essere mai accaduto. Di certo, dalle telecamere risulta che il giorno dell'aggressione con il capotreno non c'era nessuno e quindi sarà anche accusato di interruzione di pubblico sevizio (oltre che di calunnia e simulazione di reato).

Incastrato anche grazie a foto Facebook

A incastrare il capotreno sono state anche le foto da lui postate su Facebook dopo la finta aggressione. Proprio la prima immagine pubblicata sul social, che ritraeva il coltello nella mano, sarebbe stata analizzata nel dettaglio dalla Scientifica e poi considerata la spia del fatto che qualcosa, nel racconto dell'uomo, non andava. La polizia ha ricostruito, soprattutto grazie al filmato delle telecamere, quanto sarebbe accaduto. Il controllore sarebbe andato in bagno, qui si sarebbe conficcato nella mano il coltello e poi sarebbe uscito. A quel punto avrebbe sbloccato le porte della carrozza per simulare la fuga dell'aggressore dal treno in corsa. E infine, alla stazione successiva, si è fatto portare in ospedale.

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