Donna trascinata dalla metro, nel mirino anche i sistemi di sicurezza

Cronaca

Le associazioni di categoria difendono il macchinista che guidava a Roma il convoglio nel quale è rimasta incastrata la 43enne bielorussa: “Ha rispettato il protocollo, no alla gogna”. L’uomo è indagato per lesioni e rischierebbe il licenziamento

È indagato per lesioni e rischierebbe il licenziamento. Il macchinista della metropolitana di Roma che, mercoledì scorso, guidava il treno nelle cui porte è rimasta incastrata una donna bielorussa poi trascinata sulla banchina e ricoverata in gravi condizioni, si è detto “devastato”. L’uomo è stato travolto dalle polemiche perché immortalato dalle telecamere mentre mangia in cabina poco prima dell’incidente. In sua difesa si sono schierati i sindacati: "No alla gogna - dicono compatti - Ha rispettato il protocollo".

Il macchinista: “Non ho visto nulla”

Il macchinista è stato ascoltato nei giorni scorsi dalla polizia e, oltre a difendersi, chiede un po' di silenzio: "Ho guardato due volte lo specchietto, non ho visto nulla di strano". E su questo punto fa leva anche la sindacalista della Scua Cgil, Claudia Porzi, che afferma che “sarebbe stato impossibile per l'autista distinguere dallo specchietto il manico di una busta dentro una porta. Purtroppo l'immagine di un'utente ferma davanti alle porte è frequentissima per chi lavora in metropolitana”.

Sindacati: “Ha rispettato il protocollo”

Parla invece di "linciaggio mediatico del macchinista" il segretario nazionale del Sul, Stefano Bottoni, che sottolinea come l’autista abbia rispettato il protocollo azionando il cicalino, il suono che avverte i passeggeri della chiusura delle porte. E attacca: "Se i treni fossero dotati di telecamere nella cabina di guida come i bus di 18 metri, forse sarebbe stato tutto diverso. Lo specchietto retrovisore sarà 30 centimetri per 10, e la metro è lunga 107 metri".

La perizia sui sistemi di sicurezza

Dovrebbe anche essere disposta a breve una perizia per verificare se i sistemi di sicurezza della metropolitana abbiano funzionato. I dispositivi, osserva il Codacons dopo aver inviato un apposito esposto in procura, "servono proprio ad impedire che sviste dei macchinisti o errori umani possano determinare incidenti".


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