Il 48enne di nazionalità algerina, rimpatriato ad Algeri, era ospite del Cie di Caltanissetta. Indagato per discriminazioni razziali e apologia di delitti di terrorismo. Minacciava attentati
Un uomo di 48 anni, di nazionalità algerina, è stato espulso dall’Italia: avrebbe minacciato di compiere “stragi” nel nostro Paese. Si chiama Larbi Rouabhia ed è indagato per discriminazioni razziali e apologia di delitti di terrorismo dopo gli accertamenti della Digos di Catania.
Le minacce: “stragi” ai danni di “bambini italiani”
L’uomo era ospite del Cie di Caltanissetta. È stato rimpatriato ad Algeri con un volo da Roma. Secondo le indagini, avrebbe più volte manifestato la sua avversione alle culture e ai sistemi occidentali, vantandosi di aver sgozzato numerosi uomini in Algeria. Avrebbe inoltre inneggiato all'Isis, minacciando di compiere “stragi” nel nostro Paese ai danni di “bambini italiani, tagliando le loro teste e facendosi esplodere”.
Chi è
Il 48enne era un richiedente asilo politico, messo sotto osservazione dalla Questura di Catania per i comportamenti violenti e di discriminazione razziale tenuti durante la sua permanenza nello Sprar di Licodia Eubea. Successivamente è finito sotto indagine anche per apologia di delitti di terrorismo. Era entrato per due volte in Italia da Cagliari, nel 2007 e nel 2016. Espulso, era andato in Svizzera, da dove è stato rinviato in Italia in applicazione della convenzione di Dublino. Dall'ottobre 2016, nello Sprar del Catanese, avrebbe cominciato ad avere atteggiamenti verbalmente aggressivi e offensivi, per motivazioni principalmente religiose e di matrice antioccidentale. Se la prendeva soprattutto con donne straniere e operatrici italiane, che sarebbero state insultate più volte come “prostitute” perché non avevano comportamenti conformi ai dettami dell'Islam.
“L’Isis vi farà morire”
Durante il trasferimento al Cie di Caltanissetta, poi, Rouabhia avrebbe avuto un comportamento violento, inneggiando all'Isis e minacciando di compiere “stragi”. Gridando anche “l'Isis vi farà morire” ai poliziotti che lo stavano scortando. L'uomo non voleva essere rimpatriato e, quando il termine di permanenza al Cie si stava avvicinando, avrebbe minacciato telefonicamente il suo legale dicendogli: “Sei il mio avvocato, sei complice del giudice, esiste una legge mia che appena uscirò applicherò”. Il penalista ha denunciato l'accaduto alla Digos di Catania. In telefonate fatte con cellulari di altri ospiti del Cie, inoltre, Rouabhia avrebbe enfatizzato in maniera veemente il suo trascorso in Algeria, dicendo di “avere fatto parte dei Fratelli Musulmani”, di aver “ucciso degli uomini e che non appena uscito si sarebbe vendicato”. La commissione che ha esaminato la sua richiesta di asilo ha deciso di “non riconoscergli la protezione internazionale”, non ravvisando neanche i presupposti per la “concessione della protezione umanitaria”. Oggi è arrivata l'espulsione, perché ritenuto soggetto altamente pericoloso per l'ordine e la sicurezza pubblica.