Un malore ha causato la morte improvvisa del famoso scienziato e divulgatore. Il Ministro dell'Istruzione Fedeli lo ha ricordato con "immensa gratitudine"
Giovanni Bignami, astrofisico di rilievo internazionale e apprezzato divulgatore scientifico è morto improvvisamente all'età di 73 anni in seguito a un malore, mentre si trovava a Madrid. Bignami divenne noto alla comunità internazionale quando nel 1972 osservò per primo Geminga, la stella di neutroni senza emissione radio.
Il ricordo del ministro Fedeli
"Profondo cordoglio per la scomparsa dello scienziato Giovanni Bignami e immensa gratitudine per il patrimonio di conoscenza e sapere che ci ha lasciato in eredità": così lo scienziato è stato ricordato dal Ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, per la quale Bignami "ha saputo coniugare con estrema professionalità e grande passione l'attività di studio ai massimi livelli e la divulgazione scientifica attraverso libri, mezzi di informazione e trasmissioni televisive, per il pubblico più ampio ed eterogeneo".
Carriera e riconoscimenti
Nato a Desio nel 1944, Giovanni Bignami si è laureato in Fisica a Milano nel 1968. Dal 1970 al 1990 è stato ricercatore preso il Cnr, passando per la Nasa e compiendo studi anche in Germania e nell'Unione Sovietica. Nel 1990 diventa professore ordinario presso l'Università di Pavia e sette anni dopo entra nell'Agenzia Spaziale Italiana in qualità di direttore scientifico, carica che manterrà fino al 2002; ricopre diversi compiti anche nell'Agenzia spaziale europea (Esa). Dal 2003 al 2006, poi, è presidente dello Space science advisory committee della Esa. Fra i riconoscimenti più prestigiosi attribuiti a Bignami va ricordata la nomina a a presidente del Comitato mondiale per la ricerca spaziale, fra il 2010 e il 2014: fu il primo italiano a ricoprire la carica negli oltre 50 anni di storia del Cospar. Bignami, inoltre, era membro dell’Accademia dei Lincei dal 1997, dell’Académie des sciences di Francia dal 2009 e della Russian Academy of Sciences dal 2016.
Ricerca e divulgazione
I suoi lavori di ricerca sono stati pubblicati sulle maggiori riviste accademiche internazionali, come "Nature" e "The Astrophysical Journal"; inoltre era anche famoso e apprezzato come autore di numerosi libri di divulgazione scientifica. Le sue opere destinate al grande pubblico vanno da "La storia nello spazio" (2001) all'ultimo "Oro dagli asteroidi e asparagi da Marte" (2015). Dal successo di alcuni libri, inoltre, sono nati anche diversi spin-off televisivi: "I marziani siamo noi" e "Cosa resta da scoprire" erano confluiti in due serie di National Geographic Channel Italia e "Il mistero delle sette sfere" era stato oggetto di un programma di otto puntate.