A Milano la marcia pro-migranti. Domani l'interrogatorio di Hosni

Cronaca

Tensione con i centri sociali, in testa al corteo il sindaco Sala, che non vede legami con l'accoltellamento alla stazione Centrale. Contraria la Lega Nord, fischi a Salvini. Lunedì sarà interrogato Ismail Hosni. I due coltelli rubati poco prima dell'arresto

Decine di migliaia di persone hanno partecipato a Milano al corteo “Insieme senza muri”, la manifestazione organizzata a sostegno dei migranti. L'appuntamento che ha sollevato polemiche politiche, soprattutto dopo l'aggressione avvenuta la sera del 18 maggio quando, un 20enne con madre italiana e padre magrebino, ha accoltellato un poliziotto della Polfer e due militari durante un controllo dei documenti. Il giovane, che verrà interrogato il 21 maggio, dopo l'arresto avrebbe confessato di aver rubato i due coltelli usati nell'agguato in un supermercato. Momenti di tensione si sono registrati quando i militanti dei centri sociali hanno contestato pesantemente il Pd, lanciando anche dei fumogeni e gridando slogan contro il governo.

Centri sociali contestano il Pd

Militanti dei centri sociali hanno contestato il Pd definendo fuori luogo la presenza dei suoi esponenti nel corteo pro-migranti, poiché sostiene la legge Minniti-Orlando. Attimi di tensione si sono registrati all'altezza di piazza della Repubblica: sono volati insulti e qualche spintone, ma poi è tornata la calma. La contestazione ha coinvolto anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala e quello di Bergamo Giorgio Gori. Alcuni fumogeni sono stati lanciati all'altezza di via Legnano, dove era esposto un grosso striscione con la scritta "No Minniti".

Le polemiche tra Sala e la Lega Nord

La decisione del sindaco di Milano, Beppe Sala, di promuovere e di partecipare alla manifestazione pro-migranti, aveva da subito suscitato critiche da parte della Lega Nord, con il governatore Roberto Maroni che aveva chiesto la cancellazione dell'iniziativa. Ma Sala non ha rinunciato e, anzi, ha deciso di guidare il corteo, insieme a Emma Bonino. Molte le personalità di spicco che hanno scelto di unirsi all’iniziativa: dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori al segretario di Fiom Maurizio Landini, oltre che il presidente del Senato Pietro Grasso. In corteo anche centri sociali, associazioni culturali e gruppi che lavorano per l'integrazione degli extracomunitari. La marcia per i migranti raggiungerà piazza della Repubblica, i Bastioni di Porta Nuova, viale Crispi, i Bastioni di Porta Volta, e si concluderà in piazza del Cannone, dove è stato allestito un palco per gli interventi finali e un concerto. 

Sala: "Controllo serrato e costante"

"Andiamo oltre" l'episodio avvenuto alla Stazione centrale "e collaboriamo con questore e prefetto. Fuori dalla stazione ci sarà più controllo, controllo serrato e costante”, garanitsce il sindaco di Milano. Ma il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha definito l’evento del 20 maggio come “la marcia per gli invasori”. Salvini si è fermato per pochi minuti in piazza Selinunte, zona di case popolari della periferia ovest di Milano, dove è stato contestato e fischiato da una ventina di persone che si sono poi dirette alla marcia per i migranti. Il leader del Carroccio ha ribadito che gli immigrati "ci stanno portando la guerra in casa" e "ci sono sindaci che, invece di venire in quartieri come questo, marciano per gli immigrati. Mi fanno pena".

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Hosni presto sarà visitato da uno psichiatra

L'interrogatorio di Hosni, che è indagato per terrorismo internazionale, sarà condotto dal gip Manuela Scudieri che dovrà decidere, poi, sulla richiesta del pm Maura Ripamonti di convalida dell'arresto e di misura cautelare in carcere per tentato omicidio. Un fascicolo è stato aperto dai pm dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili e Alessandro Gobbis per poter compiere accertamenti su un profilo Facebook che sarebbe attribuibile al giovane e in cui comparivano, prima che venisse oscurato, video e scritte inneggianti all'Isis. Gli investigatori della Digos indagano anche sulle sue frequentazioni e, in particolare, su un libico che potrebbe averlo aiutato a radicalizzarsi. Si chiamerebbe Ahmed Jbali, di 23 anni, e sarebbe stato arrestato con lui per spaccio nel dicembre del 2016. E sembra che, già prima dell'episodio di due giorni fa, il libico figurasse in una relazione degli investigatori dell'antiterrorismo perché su di lui ci sarebbero state indicazioni di una presunta vicinanza all'ambientedell'integralismo islamico.
L'avvocato difensore del giovane, intanto, è pronto a depositare, già il 21 maggio, una richiesta di perizia psichiatrica per valutare le condizioni psichiche del ragazzo che ha definito "in estrema difficoltà".

"Coltelli rubati poco prima"

Intanto si apprende che i due coltelli da cucina con cui Hosni ha aggredito gli agenti sarebbero stati rubati dal giovane in un supermercato poco prima del controllo. Lo ha detto lo stesso Hosni dopo l'arresto quando si è anche descritto come "solo e abbandonato" ma anche "esasperato”. Si indaga per capire se il giovane, che si stava radicalizzando, fosse già intenzionato a compiere un'azione violenta prima di essere avvicinato dalla pattuglia. Secondo il questore Marcello Cardona, però, si può già ”assolutamente" dire che Ismail Tomaso Hosni, si sia "radicalizzato”. “Ma”, precisa Cadorna, “da qui a fare collegamenti con il terrorismo la strada è lunghissima e probabilmente impercorribile".  

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