Istat: addio classi sociali. E 7 giovani su 10 vivono con i genitori

Cronaca
(L'immagine di copertina del Rapporto annuale Istat 2017)

Rapporto annuale dell’Istituto nazionale di statistica. Scompaiono borghesia, proletariato e lotta di classe: le famiglie italiane sono da oggi suddivise in 9 gruppi sociali. Nel 2016 i 15-34enni che stanno a casa con mamma e papà sono il 68%. TUTTI I DATI

Una "perdita dell'identità di classe legata alla precarizzazione e alla frammentazione dei percorsi lavorativi". Così l’Istat nel suo Rapporto annuale 2017, presentato oggi a Montecitorio e incentrato sul tema della struttura socioeconomica italiana. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, il nostro Paese sta cambiando volto, soprattutto per quanto riguarda la classe operaia e il ceto medio. Inoltre, quasi sette giovani under 35 su dieci vivono ancora con i genitori.

L’abbandono dei ruoli

"La diseguaglianza sociale non è più solo la distanza tra le diverse classi, ma la composizione stessa delle classi". La classe operaia e il ceto medio, osserva l’Istat, "sono sempre state le più radicate nella struttura produttiva del nostro Paese" ma "oggi la prima ha abbandonato il ruolo di spinta all'equità sociale mentre la seconda non è più alla guida del cambiamento e dell'evoluzione sociale". Per l'Istituto ci sono interi segmenti di popolazione che "non rientrano più nelle classiche partizioni: giovani con alto titolo di studio sono occupati in modo precario, stranieri di seconda generazione che non hanno il background culturale dei genitori, stranieri di prima generazione cui non viene riconosciuto il titolo di studio conseguito, una fetta sempre più grande di esclusi dal mondo del lavoro dovuta - sottolinea l'Istituto - anche al progressivo invecchiamento della popolazione". 

 

Le nuove classi

Ecco che nella nuova geografia dell'Istat "la classe operaia", che "ha perso il suo connotato univoco", si ritrova "per quasi la metà dei casi nel gruppo dei 'giovani blue-collar'", composto da molte coppie senza figli, e "per la restante quota nei due gruppi di famiglie a basso reddito, di soli italiani o con stranieri". Anche la piccola borghesia si distribuisce su più gruppi sociali, in particolare "tra le famiglie di impiegati, di operai in pensione e le famiglie tradizionali della provincia". Secondo l'Istituto "la classe media impiegatizia è invece ben rappresentabile nella società italiana, ricadendo per l'83,5% nelle 'famiglie di impiegati'".

Giovani a casa e Neet

Poco rosea la situazione per i giovani italiani: quasi sette su 10 tra gli under 35 ancora nella famiglia di origine: nel 2016 ragazzi tra i 15 e i 34 anni che stanno a casa dei genitori sono 8,6 milioni, il 68,1% dei coetanei. Ed è ancora maglia nera in Europa per i Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano: sono scesi a 2,2 milioni nel 2016, con un'incidenza che passa al 24,3% dal 25,7% dell'anno prima, ma si tratta ancora della quota "più elevata tra i paesi dell'Unione" europea, dove la media si ferma al 14,2%.

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