Terrorismo, espulso cittadino tunisino. Viminale: "Contatti con Amri"

Cronaca
Amri a Milano e Torino

Il 36enne, irregolare, viveva nel Catanese. Portato via dall'Italia per motivi di pericolosità sociale. Secondo il ministero dell'Interno avrebbe avuto legami con l'attentatore di Berlino, poi ucciso nel Milanese. Dal 2015 sono 174 le persone espulse per motivi simili

Un cittadino tunisino di 36 anni, irregolare, che viveva nella provincia di Catania, è stato espulso dall'Italia per motivi di pericolosità sociale. Lo ha comunicato il Viminale. L’uomo, ha spiegato il ministero dell’Interno, ha attirato “l’attenzione delle indagini investigative, svolte dalle Digos di Roma e di Catania, per i contatti avuti in Italia con l’attentatore di Berlino Anis Amri”.

I contatti con Amri

Secondo il Viminale, è stato accertato che il cittadino espulso avrebbe fornito ad Amri, all'uscita dal Centro di identificazione ed espulsione di Caltanissetta, una sua utenza mobile italiana che è stata utilizzata dall’attentatore di Berlino nel giugno/luglio del 2015. L’uomo avrebbe mantenuto contatti con Amri, che ha ammazzato 12 persone al mercatino di Natale nella capitale tedesca e poi è stato ucciso a Sesto San Giovanni, anche dopo il suo trasferimento a Latina e poi in Germania. L’analisi del traffico telefonico sulle utenze intestate alla persona espulsa avrebbero evidenziato pure “contatti con soggetti di orientamento radicale, consentendo di rilevare, lo scorso 30 aprile, il suo repentino allontanamento dal Catanese per raggiungere in Francia una connazionale che gli avrebbe dovuto fornire le risorse economiche per attraversare il confine clandestinamente”.

Dal 2015 174 persone espulse

Il cittadino tunisino è stato rintracciato il 2 maggio a Torino e trattenuto nel Centro permanente per rimpatri Brunelleschi. Poi è stato rimpatriato, con accompagnamento in Tunisia, con un volo decollato dall'aeroporto di Caselle. Questo rimpatrio, spiega una nota del Viminale, è il 42esimo del 2017 e dal 2015 sono 174 le persone “gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso” espulse con accompagnamento nel Paese di provenienza.

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