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Corruzione, 15 arresti al comune di Guidonia

Cronaca
Foto d'archivio (Ansa)

L’operazione “Ragnatela” ha svelato quattro episodi di passaggio di "mazzette" tra dirigenti e amministratori comunali, imprenditori e professionisti. Fra di loro anche il vice sindaco pro tempore

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Quattro episodi di passaggi di “mazzette”  tra dirigenti e amministratori comunali, imprenditori e professionisti. Tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a corruzione, peculato e falso. È quanto emerge dall’operazione “Ragnatela”, in cui sono stati impegnati oltre 160 finanzieri del comando provinciale di Roma e che ha portato all'arresto di 15 persone (12 in carcere e tre ai domiciliari) nel Comune di Guidonia Montecelio.

Coinvolto anche il vice sindaco pro tempore

Sarebbe coinvolto anche il vice sindaco pro tempore, trovato in possesso - lo scorso ottobre - di una mazzetta di 50 mila euro in contanti, appena ricevuta da un imprenditore del settore del trasporto pubblico come "prezzo di un accordo corruttivo". Per gli inquirenti, alcuni pubblici ufficiali infedeli, abusando del loro ruolo, procedevano ad affidamenti diretti di opere per valori inferiori alla soglia di legge, a favore di imprenditori compiacenti, eludendo così le disposizioni del Codice degli Appalti.
In altri casi, il Comune avrebbe pagato lavori o servizi mai eseguiti e il denaro pubblico veniva diviso tra pubblici ufficiali e imprenditori coinvolti. 

"Organizzazione criminale radicata"

Decine le perquisizioni scattate in mattinata nella Capitale e nel Lazio, nell’ambito dell'indagine nei confronti di quella che è stata definita come “un’organizzazione criminale radicata" e "dedita stabilmente e da lungo tempo alla perpetrazione di reati contro la pubblica amministrazione”.
In un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare si legge questa descrizione dell'organizzazione: "Una 'mafia bianca' ha espugnato le istituzioni ergendosi a soggetto regolatore della vita pubblica ed economica di uno dei più importanti comuni della regione Lazio". Il Gip, inoltre, ha  sottolineato che le persone coinvolte, approfittandosi della copertura offerta dai ruoli amministrativi, e politici di rilievo, "ha depredato le risorse pubbliche e la fiducia dei cittadini, in un clima di connivenza e di omertà che ha offerto protezione ed impunità per anni ai partecipi del gruppo".