Nella frazione di Tecchiena il rito funebre per il 20enne massacrato di botte nella notte di venerdì. Bara, fiori e palloncini bianchi: "È il colore dell'innocenza e lui è morto da innocente", hanno spiegato gli amici. Il vescovo: "Ferocia disumana, barbara e spietata". FOTO
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1 aprile 2017: a Tecchiena, frazione di Alatri, è il giorno dei funerali di Emanuele Morganti, il ventenne massacrato di botte nella notte di venerdì. “Era un angioletto, ma che dico, era un caciarone pieno di vita che ci faceva sentire vivi”, ha detto la mamma Lucia alla fine del rito. “A nome suo – ha aggiunto – chiedo un applauso a chi è in chiesa e a chi è fuori, è il nostro grazie insieme alla richiesta di ricordare Emanuele nelle nostre preghiere e di salvare i nostri ragazzi dalle inquietudini. Dio non lo ha chiamato perché cattivo, ma lo ha solo ricevuto dalla cattiveria degli uomini. Lo ha accolto” –
Il ragazzo è morto al policlinico Umberto I di Roma. La bara con il corpo è arrivata nella casa del giovane intorno alle 11 ed è stata accolta da un applauso –
Poi, dopo una breve sosta a casa, gli amici hanno portato in spalla il feretro bianco fino alla chiesa per i funerali. “Quella che si è abbattuta su Emanuele è stata una ferocia disumana, barbara e spietata”, ha detto durante l’omelia il vescovo di Anagni-Alatri, Lorenzo Loppa. “Tutti si staranno chiedendo – ha aggiunto – dov'eri Signore quando Emanuele veniva pestato? Il Signore risponde: ero in quel corpo martoriato, morivo lì un'altra volta" –
“Nessuna tolleranza verso la violenza, scegliere la non violenza come stile di vita, amare di più la vita”. Sono questi i tre regali per Emanuele chiesti dal vescovo durante i funerali. "La non violenza – ha aggiunto – si impara in famiglia“ (nella foto, il corteo funebre) –
Tanti gli striscioni, i fiori, le corone e i palloncini appesi intorno alla chiesa. “Abbiamo deciso di usare il bianco – ha spiegato un amico del ventenne ucciso – perché è il colore dell'innocenza ed Emanuele è morto da innocente” –
Alcuni amici di Emanuele hanno indossato t-shirt bianche con davanti un cuore e la sua foto e dietro la scritta: “Quando ormai si vola, non si può cadere più. Ciao Emanuele” –
Durante i funerali, la chiesa e il prato davanti erano gremiti. "Sei venuto in un momento complicato per la nostra vita, ci hai portato il sorriso e asciugavi le mie lacrime quando piangevo. Ciò che siamo stati non sarà mai portato via dagli assassini", ha detto Melissa, la sorella di Emanuele, al termine dell'omelia. “Quando ho scelto il tuo nome – ha aggiunto – ho pensato al suo significato: speranza e amore. Adesso venga fatta giustizia e chi ti ha portato via abbia un nome” –
Il ragazzo è morto in ospedale dopo essere stato aggredito all'uscita da un locale nella zona alta di Alatri. Le indagini sull’omicidio continuano. Nella tarda serata di ieri c'è stato un nuovo sopralluogo dei carabinieri in piazza Regina Margherita, dov’è avvenuto il massacro –