Il religioso era accusato di aver ucciso la donna, scomparsa oltre due anni fa nell'Aretino. Il corpo della vittima non è mai stato ritrovato
La Corte d'Assise di Arezzo ha condannato a 27 anni di carcere padre Gratien Alabi, il religioso accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia e di averne distrutto il cadavere. La donna era scomparsa oltre due anni fa a Ca' Raffaello, una località sull'Appennino in provincia di Arezzo. La sentenza arriva dopo quasi un anno di processo e accoglie per intero le richieste del pm Marco Dioni.
La scomparsa di Guerrina Piscaglia - Il primo maggio del 2014 Guerrina Piscaglia, 50 anni da compiere, sparisce da Ca' Raffaello, piccola frazione di Badia Tedalda, nell'aretino. Di lei non si sa niente per alcuni giorni ma si sospetta che si tratti di un allontanamento volontario. Le indagini, affidate ai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Ersilia Spena, prendono un'improvvisa accelerazione qualche mese dopo, quando le sorelle della donna si dicono perplesse sul possibile allontanamento volontario di Guerrina da Ca' Raffaello.
La posizione di padre Graziano - Il 5 settembre 2014 padre Gratien Alabi, frate congolese della parrocchia di Ca' Raffaello frequentata da Guerrina, viene sentito dal pm e da persona informata sui fatti diventa indagato per sequestro di persona. L'ipotesi formulata dal magistrato si basa sul fatto che, da quanto emerso, la donna si sarebbe innamorata del sacerdote tanto da rendergli la vita impossibile. Padre Graziano, assistito dall'avvocato Luca Fanfani, sceglie la linea del silenzio anche durante gli incidenti probatori con due donne di cittadinanza rumena che lo stesso avrebbe frequentato a Perugia prima di essere arrestato con l'accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere il 23 aprile 2015.
Mai ritrovato il corpo- "Adesso Alabi dica dov'è" ha chiesto il marito di Guerrina Mirko Alessandrini appena dopo la lettura della sentenza, ricordando che il corpo della donna non è mai stato ritrovato e che la moglie "ha avuto giustizia" proprio il giorno di quello che sarebbe stato il suo 52esimo compleanno. Il frate ha ascoltato la lettura del dispositivo come pietrificato, visibilmente teso e con gli occhi lucidi: si è sempre dichiarato innocente ed il suo legale, Rizzieri Angeletti, ha annunciato il ricorso in appello.