Furti di materiale sanitario in ospedale, 10 arresti a Brindisi

Cronaca
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La scoperta grazie alle telecamere nascoste. La refurtiva veniva poi rivenduta sul mercato nero

Le telecamere dei carabinieri li hanno ripresi per mesi a saccheggiare le scorte sanitarie della farmacia dell'ospedale Perrino di Brindisi. Oggi i militari hanno arrestato dieci persone con l'accusa di peculato, furto aggravato, ricettazione, truffa aggravata e continuata ai danni del Servizio sanitario nazionale.

 

Le persone coinvolte – L'ordinanza ha coinvolto tra arresti in carcere, arresti domiciliari e obblighi di dimora, 10 persone residenti a Brindisi, Novoli e Cellino San Marco. Si tratterebbe, secondo le parole del procuratore capo di Brindisi Marco Dinapoli, “di persone con uno stipendio”. Che “avrebbero potuto tranquillamente sopravvivere grazie al loro stipendio. E invece, causa una mentalità predatoria in base alla quale le cose pubbliche non appartengono a nessuno, hanno preferito rubare a malati anziani e bambini, evidenziando una assoluta mancanza di rispetto della legge ma anche dei più elementari principi morali”. Oltre loro figurano nell'inchiesta altri 36 indagati attualmente a piede libero. Per altre quattro persone è scattata anche l'accusa di assenteismo dal momento che il loro turno di lavoro si sarebbe limitato al tempo necessario a svuotare gli armadietti della farmacia, operazione alla fine della quale avrebbero abbandonato il luogo di lavoro per rientrare a casa.

 

Un sistema collaudato – Il sistema è stato smascherato alla fine di una lunga indagine avviata dalla procura brindisina in seguito a una segnalazione del direttore sanitario Giuseppe Pasqualone, che in una denuncia dello scorso 18 febbraio faceva notare le continue mancanze di materiale nella farmacia dell'ospedale. Pannoloni, traversine per letti, intere scatole di guanti in lattice sono solo alcuni dei prodotti della refurtiva che, dall'inizio dell'inchiesta, ammonta a un valore di 100mila euro, 40mila dei quali ricavati solo negli ultimi tre mesi. Gli incassi erano frutto della vendita della merce sul mercato nero al quale avrebbero preso parte in qualità di clienti anche un bar ristorante di Brindisi e uno studio dentistico di Mesagne.


Operazione "Roller band" – Gli inquirenti avrebbero fatto luce sugli spostamenti del gruppo criminale grazie all'uso di intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché di sette telecamere nascoste fra la farmacia e il parcheggio dell'ospedale, luogo in cui la merce veniva caricata sulle macchine dei complici per essere portata ai compratori. Per questo motivo l’operazione è stata battezzata "Roller band", ossia il nome dei grandi contenitori con ruote che gli indagati avrebbero usato per spostare il materiale rubato senza, però, sapere di essere ripresi in ogni loro azione.

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