Trovato anche un machete, forse lo stesso utilizzato per aggredire il capostazione a Villapizzone, a cui venne quasi amputato un braccio
Sei persone sono state arrestate (uno risulta ancora ricercato) dalla Polizia a Milano per omicidio e tentato omicidio. Le accuse sono legate all'aggressione compiuta da una gang di 'latinos' nei pressi della discoteca Lime Light nel capoluogo lombardo il 3 luglio scorso.
Gli investigatori hanno trovato anche un machete, un'arma letale in grado di provocare devastanti ferite e uccidere.
Si tratta di presunti membri del gruppo Ms13 (salvadoregni e peruviani oltre a un ecuadoriano) ritenuti responsabili del ferimento di un sudamericano e dell'omicidio di Albert Dreni, di 19 anni, durante una notte brava lo scorso 3 luglio, a Milano.
Machete forse usato contro capostazione - L'arma bianca per la polizia è stata sicuramente usata in una recente aggressione, sempre a Milano, durante una rissa con ferimenti, e forse è la stessa che è stata impiegata per il ferimento del capostazione a Villapizzone, a cui venne quasi amputato un braccio. All'epoca della aggressione, l'11 giugno 2015, venne infatti ritrovato solo il fodero.
In merito si attendono ancora gli esiti degli esami scientifici, ma la banda la considerava la lama usata in quell'occasione, e se ne tramandava la custodia con orgoglio.
L'11 luglio scorso due salvadoregni, entrambi ritenuti appartenenti alla stessa gang sudamericana, erano stati arrestati in relazione alle aggressioni, e ora le indagini hanno portato agli ulteriori arresti.
L'omicidio di un ragazzo - Quella notte erano stati aggrediti un salvadoregno di 22 anni, in via Castelbarco, e poi, su un mezzo pubblico, 10 minuti dopo, un ragazzo albanese di 19 anni, morto successivamente in ospedale.
L'accusa, per i sette, è di omicidio e tentato omicidio.
Gli arrestati hanno agito all'interno di una gang di latinos molto nota per la sua efferatezza, la Ms13.
La Ms13 - In realtà l'unico vero affiliato sarebbe Arturo Mauricio Sanchez Soriano detto "Peludo", 21enne, (uno dei due già arrestati). Era lui il capo indiscusso, quello che probabilmente, secondo gli investigatori cercava di farsi notare da due personaggi di spicco della gang, tornati recentemente in libertà (anche se sottoposti a misure) dopo un periodo di carcerazione.
In sostanza, i recenti arresti hanno creato vuoti che qualcuno potrebbe cercare di riempire, mentre personaggi emergenti potrebbero "volersi riposizionare compiendo aggressioni eclatanti per partecipare a possibili redistribuzioni di gradi o incarichi" all'interno del mondo internazionale di queste bande molto strutturate e dalla rigidissima gerarchia.