Per il muratore di Mapello l'accusa ha chiesto la condanna all'ergastolo, con sei mesi di isolamento
"Sarò uno stupido, sarò un cretino, sarò un ignorantone ma non sono un assassino: questo deve essere chiaro a tutti". Sono le parole di Massimo Bossetti, durante l'ultima udienza del processo (le foto) che lo vede imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio (TUTTE LE FOTO - I VIDEO). Presenti in Aula anche la moglie, Marita Comi, e la sorella gemella Laura Letizia.
Il giorno della sentenza: parenti, avvocati e folla di curiosi per l'ultima udienza. Le foto
L'autodifesa di Bossetti - Bossetti ha supplicato la giuria che venga ripetuto l'esame del Dna: "Vi supplico, vi imploro, datemi la possibilità di fare questa verifica, ripetete l'esame sul Dna, perché quel Dna trovato non è il mio". "Se mi condannerete - ha detto ancora - sarà il più grave errore del secolo". "Sarei felice - ha proseguito - di incontrare i genitori della piccola Yara, di guadarli negli occhi perché conoscendomi saprebbero che l'assassino è ancora in libertà, poiché anche loro sono vittime di chi non ha saputo trovare il colpevole".
Ascolta il contributo audio con la riproduzione delle dichiarazioni di Bossetti
<iframe width="560" height="319" src="http://player.sky.it/external/news/50/291340" frameborder="0" allowfullscreen="true"></iframe>
Sentenza in serata - Dopo le dichiarazioni spontanee di Massimo Bossetti, i giudici della corte d'assise di Bergamo si sono riuniti in camera di consiglio per emettere il verdetto. Tre le ipotesi per l'imputato: ergastolo con isolamento diurno per sei mesi come chiesto dal pm Letizia Ruggeri, una condanna 'ammorbidita' da possibili attenuanti per il muratore incensurato o la libertà immediata dopo due anni in carcere.
Dalla scomparsa alla sentenza: un caso lungo sei anni. Fotoracconto