Uranio impoverito, ministero Difesa condannato per militare morto

Cronaca
Giuseppina Vacca mostra una foto del figlio, in un'immagine d'archivio
giuseppina_vacca

La Corte conferma la sentenza di primo grado. Salvatore Vacca morì a soli 23 anni nel 1999. Aveva servito per 150 giorni in Bosnia. Il dicastero responsabile di condotta omissiva

Il ministero della Difesa dovrà risarcire con un milione e mezzo di euro Giuseppina Vacca, madre di Salvatore, militare dell'esercito italiano, morto a 23 anni nel 1999 per una leucemia dovuta agli effetti dell'uranio impoverito.

Il ministero della Difesa è invece responsabile di condotta omissiva per non aver protetto adeguatamente il militare. Lo indica la sentenza della Corte d'appello di Roma che ha confermato la condanna in primo grado del ministero a risarcire la famiglia del soldato.



Vacca impiegato in Bosnia per 150 giorni - Il caporalmaggiore era stato impiegato per 150 giorni in Bosnia come pilota di mezzi cingolati e blindati tra il 1998 e il 1999.

Nella sua attività Vacca ha trasportato munizioni sequestrate, materiale che, scrivono i magistrati, si sarebbe dovuto considerare "come ad alto rischio di inquinamento da sostanze tossiche sprigionate dall'esplosione dei proiettili" e i rischi "si devono reputare come totalmente non valutati e non ottemperati dal comando militare".

Questa condotta omissiva, secondo i giudici, "configura una violazione di natura colposa delle prescrizioni imposte non solo dalle legge e dai regolamenti, ma anche dalle regole di comune prudenza".



Nesso causale tra malattia ed esposizione ad agenti tossici - Il militare è morto di leucemia linfoblastica acuta e c'è, secondo la sentenza, la sussistenza del nesso causale tra la malattia e l'inalazione di agenti tossici nel corso del servizio in Bosnia.

Nell'organismo del militare, infatti, sono state rintracciate svariate particelle di metalli pesanti non presenti per natura nell'uomo e ciò "è la conferma definitiva del reale assorbimento nel sistema linfatico di metalli derivanti dalla inalazione o dalla ingestione da parte del militare nella zona operativa".



Già oltre quaranta condanne - Il coordinatore  dell'Osservatorio uranio impoverito, Domenico Leggiero, in una nota ricorda che si tratta "della 47esima sentenza di  condanna ottenuta dall'avvocato Angelo Fiore Tartaglia  dell'Osservatorio nei confronti del ministero". 

"La sentenza - si legge - definisce anche un ulteriore problema sollevato dal ministero della Difesa sulla distinzione netta tra indennizzi, già ricevuti, e risarcimenti, sanciti in sede  giudiziaria già in primo grado".

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