Presa a fucilate l’auto blindata sulla quale era a bordo Giuseppe Antoci, in prima linea nella battaglia per sottrarre pascoli e terreni alla mafia
Agguato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, salvo solo grazie all’auto blindata e alla scorta. Il dirigente era di ritorno da una manifestazione a Santo Stefano di Camastra, nel Messinese, a bordo della blindata condotta dalla polizia, quando lungo la strada il mezzo si è fermato a causa di grossi sassi posti sull'asfalto. A quel punto sono partiti i colpi d'arma da fuoco di grosso calibro che hanno raggiunto l'auto con all'interno Antoci. Immediata la reazione dei poliziotti che hanno sparato in direzione dei sicari che poi sono fuggiti.
Deciso rafforzamento scorta - Antoci, in prima linea nella battaglia per sottrarre pascoli e terreni alla mafia, è rimasto illeso, grazie all'azione della scorta e all'auto blindata. "Il mio grazie alla Polizia di Stato per avermi salvato la vita. Sono preoccupato ma sereno", le sue prime parole. Sull’agguato indaga la polizia con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Messina. Intanto, al termine di un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato in via straordinaria questa mattina, è stato deciso il rafforzamento della scorta.
Antoci: "Prova che abbiamo toccato interessi enormi" - "Questa esperienza traumatica mi ha dato la conferma che quello che abbiamo toccato sono interessi enormi - ha commentato poi Antoci - Cosa nostra si finanziava con i fondi europei, dopo che li abbiamo messi in difficoltà ha reagito". "Siamo certi - ha aggiunto - che questo attentato viene dalle persone alle quali abbiamo fatto perdere un affare milionario" e ha concluso: "Non sto facendo niente di speciale. Sto facendo solo il mio dovere".