Simone Uggetti, accusato di turbativa d’asta, si difende: "Ho agito per il bene della città". Renzi: "Nessun complotto, evitare strumentalizzazioni"
Il sindaco di Lodi, arrestato per turbativa d’asta, si è autosospeso dal Pd e ha avuto il primo confronto con il gip. La vicenda ha determinato uno scontro all'interno del Csm dopo le dichiarazioni del consigliere Giuseppe Fanfani che ha definito l'arresto "ingiustificato e comunque eccessivo". Fanfani, dopo aver annunciato di valutare l'apertura di una pratica sui magistrati di Lodi, scatenando forti polemiche, ha poi precisato: "Non chiederò, allo stato, l'apertura di una pratica al Csm, salvo nuove evenienze".
"Ho agito per il bene della città" - "Ho agito per il bene della città, come ho sempre fatto. Ho agito nell’ottica di equilibri di bilancio del Comune e, più in generale, nell’interesse dei citttadini". Sono queste le parole che il sindaco di Lodi Simone Uggetti continua a ribadire, come riferisce l'avvocato che lo assiste nell'atto istruttorio davanti al gip Isabella Ciriaco che ne ha disposto l'arresto. Si è infatti svolto oggi in carcere a San Vittore l’interrogatorio di garanzia del primo cittadino, eletto nel 2013 col Pd, ora sospeso dalla carica.
"Formattiamo?" - Da un’intercettazione telematica tra Uggetti e l'avvocato Cristiano Marini (anche lui in arresto) dello scorso 6 aprile, e riportata nell'ordinanza di custodia cautelare, pare che i due stessero pensando di nascondere eventuali tracce del presunto accordo formattando "i dispositivi multimediali in loro possesso". Uggetti infatti chiede: "E se formattiamo?" E il legale: "Se formattiamo tutto il computer (sorride)...Mi sparo in testa". Uggetti; "No, estrai tutti i documenti e formatti". Marini: " (...) ma non ho capito, a te è arrivata voce che questi stanno già indagando?"
Renzi: nessun complotto - Sul caso interviene anche il presidente del Consiglio, che ribadisce di avere piena fiducia negli inquirenti: "Nessun complotto da parte dei pm". Matteo Renzi sottolinea però anche un altro elemento: la questione morale, afferma, non riguarda solo il Pd.
Si apre il caso al Csm - E il caso è sbarcato al Csm aprendo uno scontro dopo l'annuncio, poi da lui stesso smentito, del laico Fanfani a chiedere l'apertura di una pratica in I commissione del Csm per verificare "la legittimità dei comportamenti tenuti e dei provvedimenti adottati". L'intero gruppo dei consiglieri di Area del parlamentino dei magistrati ha accusato Fanfani di "un'indebita interferenza sull'autonomia e sulla serenità dei magistrati". E anche l'Anm è intervienuta contro le dichiarazioni di Fanfani parlando di "un'indebita interferenza nel procedimento in corso presso gli uffici giudiziari di Lodi".