Zika, un caso a Rimini: è un 30enne rientrato da Santo Domingo

Cronaca
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L'uomo, tornato in Italia a gennaio, aveva febbre alta, congiuntivite e dolori articolari. Gli esami hanno confermato il primo caso in Emilia Romagna: quelli accertati (e guariti) nel nostro Paese sono una decina. Prima persona positiva al virus in Cina. Nonostante l'appello di Oms e Onu, il governo brasiliano dice no all'aborto per i casi di microcefalia fetale

Nuovo caso di Zika in Italia. A contrarre il virus è stato un 30enne riminese rientrato da una vacanza a Santo Domingo. Si tratta del primo caso registrato in Emilia Romagna. E mentre il governo brasiliano continua a dire no all’aborto per i casi di microcefalia fetale nonostante gli appelli di Onu e Oms, nuove persone positive al virus si segnalano in diversi Paesi.

Il 30enne riminese era stato a Santo Domingo - Il 30enne di Rimini era rientrato a fine gennaio dalla Repubblica Dominicana e dopo pochi giorni aveva accusato sintomi come febbre alta, congiuntivite e dolori articolari. Si è rivolto al suo medico di base, che gli ha prescritto accertamenti. Le analisi del sangue hanno confermato che ha contratto il virus Zika, trasmesso attraverso il pizzico di una zanzara. L’uomo ora sta bene ed è guarito dalla malattia. In Italia, in tutto, i casi accertati di Zika sono una decina: tutte le persone hanno contratto il virus all’estero e stanno bene.

Pericoli soprattutto per le donne incinte - Zika si contrae principalmente con il pizzico della zanzara tigre, anche se negli Usa ci sarebbe stato il primo contagio per via sessuale e ipotesi sono state fatte anche sulla trasmissione tramite saliva e urine. I sintomi normalmente rientrano da soli e non è necessaria una terapia specifica. I rischi maggiori sono per le donne in gravidanza. In sud America, dove il virus è attualmente diffuso, si ritiene che possa essere responsabile di casi di microcefalia dei nascituri. Secondo uno studio, tra le presunte complicanze in gravidanza anche pericolose patologie della vista (anomalie retiniche e del nervo ottico).

L’appello dell’Oms e il no del Brasile all’aborto - L’Onu, qualche settimana fa, ha invitato i Paesi più colpiti a rivedere le proprie leggi sull'interruzione di gravidanza. Lo stesso appello è arrivato ora dall’Oms: “Le donne che vogliono mettere fine a una gravidanza per paura della microcefalia dovrebbero avere accesso a servizi sicuri per abortire”. Il governo brasiliano, però, continua a negare l’aborto per i casi di microcefalia fetale causata dal virus Zika. “La legislazione brasiliana – ha detto il ministro della Sanità, Marcelo Castro – permette l'aborto solo in tre situazioni, che non includono la microcefalia. Dobbiamo difendere la legge". Contro l’ipotesi di ammettere l’aborto si è schierata anche la Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb): “Così si favorirebbe l'eugenetica, ovvero la pratica di selezionare persone perfette”.

Primo caso in Cina - Zika, intanto, si sta diffondendo rapidamente in America Latina. Il virus, poi, continua a essere segnalato in sempre più paesi. La Cina ha registrato un primo caso: un uomo di 34 anni, proveniente dalla città meridionale di Guanzhou, che aveva recentemente viaggiato in Venezuela. Una donna incinta, inoltre, è risultato positiva in Australia dopo aver viaggiato all'estero.

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