Il giovane, che agli inquirenti ha spiegato che non voleva uccidere, in un foglietto lasciato a casa prima del delitto aveva invece anticipato il suo piano. "L'ho scritto perché ero sicuro di morire, volevo proteggere mio padre", ha spiegato poi agli inquirenti. Intanto si aggravano le condizioni del papà della sua fidanzata: è in coma irreversibile
"Confesso l'omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini". Un biglietto, lasciato a casa prima di andare a "regolare i conti" con i genitori della sua fidanzata. Si aggrava così la posizione di Antonio Tagliata, il ragazzo di 18 anni che sabato scorso ad Ancona ha ucciso la madre della sua ragazza e ferito gravemente il padre. L’uomo, 49 anni, è in coma irreversibile all’ospedale Torrette dopo essere stato raggiunto da quattro colpi di pistola.
“Ho scritto il biglietto perché sicuro di morire” - Il giovane, che ha già confessato, ma che ora potrebbe essere accusato di omicidio premeditato, agli inquirenti ha poi spiegato in un interrogatorio di aver scritto quel biglietto perché "ero sicuro che sarei morto, l’ho scritto per proteggere mio padre che ha avuto problemi con la giustizia".
A casa dei genitori della ragazza con 86 proiettili – Si apprende inoltre che Tagliata si sarebbe presentato a casa dei genitori della ragazza con ben 86 proiettili. Tre caricatori e alcune scatole di munizioni. Un altro particolare che stride con la confessione del giovane che ha più volte ribadito che la sua intenzione era quella di avere un chiarimento con quell’uomo e quella donna che si opponevano alla sua relazione con la 16enne.
La 16enne: "Non doveva finire così" - Ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere. Prima di tutto, occorre capire dove il 18enne abbia preso quell’arma, una calibro 9, che aveva la matricola abrasa. E, non da ultimo, chiarire la posizione della minorenne. “Non doveva finire così”, ha detto ieri durante l’interrogatorio.