La sentenza della terza corte ribalta il verdetto di primo grado. Il sindaco era accusato, quando era ancora pubblico ministero, di abuso d'ufficio sulla vicenda dell'acquisizione di tabulati telefonici di politici. "E' la fine di una profonda sofferenza". Scagionato anche il consulente. Renzi: "Non cambieremo la legge Severino"
La terza corte di appello di Roma ha assolto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ed il consulente Gioacchino Genchi dall'accusa di abuso d'ufficio sulla vicenda dell'acquisizione di tabulati telefoni di politici nel processo Why Not. In primo grado, l'ex pm di Catanzaro e il suo consulente erano stati condannati a un anno e tre mesi di reclusione.
"E' la fine di una profonda sofferenza" - "Per me è la fine di una profonda sofferenza", ha commentato il sindaco di Napoli con il suo difensore, l'avvocato Massimo Ciardullo. "Sono convinto di avere svolto il mio mestiere di magistrato nel pieno rispetto della Costituzione e della legge", ha detto De Magistris, molto emozionato.
La vicenda processuale e la legge Severino - In primo grado De Magistris e Genchi erano stati condannati ad un anno e 3 mesi per abuso d'ufficio. Le accuse facevano riferimento al 2006, epoca in cui l'attuale sindaco del capoluogo campano era pubblico ministero a Catanzaro, ed in particolare all'acquisizione di tabulati telefonici, senza autorizzazioni delle camere di appartenenza, dei parlamentari Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti, Antonio Gentile, Sandro Gozi, Giuseppe Pisanu e Giancarlo Pittelli.
A conclusione della requisitoria, il pg Pietro Catalani aveva chiesto alla corte presieduta da Ernesto Mineo, l'assoluzione dei due imputati per gli episodi relativi a Pisanu e Pittelli, e la dichiarazione di prescrizione per gli altri sei.
Proprio ieri la Consulta ha respinto un ricorso di De Magistris sulla legge Severino, in particolare sulle norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati, anche in via non definitiva.
Renzi: "Non cambieremo legge Severino" - E sulla legge Severino interviene anche il premier Matteo Renzi:- "Non cambieremo la Severino né le regole delle primarie", dice a proposito della pronuncia della Consulta, che coinvolge anche il governatore campano De Luca. "Se c'è uno in grado di togliere le ecoballe dalla terra dei fuochi è Enzo De Luca e io sto con lui".