Investì e uccise donna incinta e bimbo: condannato a 2 anni e 4 mesi

Cronaca
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Le vittime stavano attraversando la strada in viale Famagosta, a Milano. All'uomo è stata anche sospesa la patente per 1 anno e 4 mesi. L'avvocato dei parenti delle vittime: "Siamo soddisfatti". Il marito della donna: "In Egitto la pena sarebbe stata più alta"

È stato condannato a 2 anni e 4 mesi di carcere l'uomo che il 20 ottobre 2013, in viale Famagosta a Milano, investì e uccise con la sua auto una donna incinta di 7 mesi e il figlio di 4 anni. Il gup di Milano, Roberto Arnaldi, ha disposto anche 1 anno e 4 mesi di sospensione della patente.

Il legale dei parenti delle vittime: “Siamo soddisfatti” - “Siamo soddisfatti per questa sentenza, speriamo che sia uno sprone per approvare finalmente la legge sull'omicidio stradale”, ha detto l'avvocato Domenico Musicco, legale dei familiari delle vittime e presidente dell'Associazione vittime di incidenti stradali, sul lavoro e malasanità (Avisl).

Il marito della donna: “In Egitto pena più alta” - I parenti della donna, di origini egiziane, si sono costituiti parte civile nel processo con rito abbreviato. “Questa è la legge – ha commentato il marito della vittima –, penso che in Egitto la pena sarebbe stata più alta". I familiari hanno ricevuto una provvisionale, mentre l'ammontare complessivo del risarcimento verrà quantificato in sede civile.

La tragedia il 20 ottobre 2013 - Nelle scorse udienze, la procura di Milano aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione per l'uomo. Il 29enne, accusato di omicidio colposo e procurato aborto, secondo le perizie quando investì la donna incinta e il bimbo stava viaggiando con la sua auto di sera e in una strada bagnata per la pioggia a una velocità di circa 100 km/h, quando il limite in quel tratto è di 50 km/h. Il giovane, dopo aver travolto la donna e il bambino, si era fermato e avevo provato a soccorrere la vittima. “Non l’ho vista, non l’ho vista”, aveva continuato a ripetere in stato di choc.

La ricostruzione - Secondo le ricostruzioni, la donna egiziana era uscita dalla fermata della metropolitana con il figlio. Invece di usare il sottopassaggio, per raggiungere l’altro lato della strada aveva deciso di attraversare viale Famagosta in superficie, in un punto in cui non c’erano le strisce pedonali. L’impatto con l’auto era stato violentissimo. Il piccolo era stato sbalzato via per circa 40 metri, tanto che i soccorritori non si erano accorti che anche lui era rimasto vittima dell'incidente. Fu trovato solo dopo un'ora: il padre, arrivato in ospedale e saputo della morte della moglie e del bimbo che portava in grembo, avvisò i medici che anche l'altro figlio era con la mamma.

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