Migranti, i Prefetti insorgono: "Stanchi di essere lasciati soli"

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"Non vogliamo essere capri espiatori, da mesi operiamo in emergenza per mantenere in piedi il sistema di accoglienza dei profughi sul territorio". A dichiararlo è Claudio Palomba, presidente nazionale del Sinpref, associazione sindacale dei funzionari prefettizi

"I prefetti, i rappresentanti del governo sul territorio sono lasciati soli ad applicare le direttive del governo in tema di immigrazione, spesso in totale opposizione con altri rappresentanti dello Stato, in particolare i sindaci. Siamo diventati bersagli, il governo ci tuteli". Dopo l'annunciata rimozione del prefetto di Treviso ed un'altra giornata di fuoco sul versante dell'accoglienza dei migranti, i Prefetti danno sfogo alla loro "rabbia e frustrazione" con le parole di Claudio Palomba, presidente del loro sindacato più rappresentativo, il Sinpref, che chiede un urgente incontro al ministro Alfano.

 

Lo sfogo dei Prefetti - E' un fiume in piena Claudio Palomba, da 15 giorni prefetto di Lecce, prima a Rimini. "Sul territorio stiamo operando in condizioni difficilissime - prosegue il presidente del Sinpref - non abbiamo solo il problema dell'immigrazione, che oggi è quello più di attualità, ma anche quello del terrorismo, dei comuni sciolti per mafia, dell'ordine pubblico. Sul tema dell'immigrazione siamo in prima linea e qui ci stiamo letteralmente inventando un mestiere, facciamo perfino gli agenti immobiliari". E aggiunge: "Oggi la distribuzione sul territorio dei migranti giunti nel nostro Paese è realizzata completamente dai Prefetti che applicano protocolli straordinari e direttive statali. E lo Stato per questo è chiamato a tutelarci in maniera forte non lasciandoci in balia dell'opinione pubblica o peggio di altri rappresentanti istituzionali. Sul territorio ci troviamo sempre a gestire i 'no' dei sindaci e lì dobbiamo inventarci soluzioni. Spesso su due piedi. Chiediamo quindi allo Stato che difenda in maniera forte i suoi rappresentanti sul territorio, i Prefetti".

 

Morcone: deluso dall'accordo dei 28 - A sottolineare le difficoltà che incontrano i Prefetti era stato anche Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno. "Nessun Prefetto ha interesse a decidere in solitudine. Per quanto limitati possiamo essere, tutti ci aspettiamo di confrontarci con sindaci e assessori regionali su quali siano le migliori soluzioni per il territorio. Ma se tu la soluzione non me la dai io devo trovare il modo di collocare le persone", ha detto davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza.

Morcone si è anche detto deluso per l'accordo 'al ribasso' tra i 28 Paesi della Ue sul ricollocamento da Italia e Grecia di 40mila profughi, perché l'intesa si è fermata poco oltre la soglia dei 32mila. "Auspicavamo i 40 mila senza fare tante storie" afferma, riconoscendo che l'accordo non è stato un grande successo, pur essendo senza dubbio un passaggio importante. 

 

Polemica politica - Parole, quelle di Morcone, su cui è montata subito la polemica politica. Forza Italia vi vede quantomeno una presa di distanza dal ministro dell'Interno Angelino Alfano, che aveva parlato di un risultato superiore a quanto ottenuto da qualunque governo. E ancora più dura è la Lega, che parla di dichiarazioni "assurde e surreali", e minaccia: quando saremo al governo cacceremo Morcone e i prefetti che seguono il suo stile.

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