Charlie Hebdo tre mesi dopo: i fumettisti italiani ricordano

Cronaca

Roberto Palladino

Da Makkox a Stefania Rumor (Linus), i protagonisti del fumetto raccontano a Sky TG24 come hanno vissuto i momenti successivi alla strage di Parigi. Gipi: “I disegnatori hanno una componente infantile, per me è come se avessero ammazzato dei ragazzini”

“Effetto 11 settembre, una secchiata di ghiaccio”. Marco Dambrosio, ma tutti lo conoscono come Makkox, racconta a Sky TG24 quel 7 gennaio 2015. Il giorno in cui la redazione di Charlie Hebdo fu sterminata dalla furia omicida di un commando di estremisti islamici (TUTTE LE FOTO - I VIDEO). La “colpa” di quel gruppo di disegnatori irriverenti, aver pubblicato vignette satiriche su Maometto. Sul terreno resteranno 12 persone, non solo disegnatori ma anche collaboratori della rivista, un agente di polizia., una guardia di sicurezza, un addetto alla manutenzione.

Gipi: "E' come se avessero ammazzato dei ragazzini" -
Tra le vittime di Parigi anche Georges Wolinski, 80 anni. “Era l’autore più conosciuto, il più grande tra i francesi” ricorda Stefania Rumor, dal 1976 nella redazione di Linus, la storica rivista di fumetti che ha da poco compiuto 50 anni di pubblicazione. A lui Linus ha dedicato un numero speciale a Febbraio. “I disegnatori hanno una componente infantile, è come se avessero ammazzato dei ragazzini” racconta Gianni Pacinotti , in arte Gipi, il più importante esponente della graphic novel italiana. Tre protagonisti del fumetto che riflettono sui fatti di Charlie Hebdo ma non solo.

Il potere dei racconti illustrati -
A Sky TG24 un approfondimento speciale sul potere dei racconti illustrati, tra gli acquerelli elaborati di Gipi alle vignette esclusivamente digitali di Makkox. Un mezzo di comunicazione sempre più importante che spesso, vedi il racconto di Zerocalcare su Kobane, travalica anche i confini del fumetto diventando reportage giornalistico. Una forma d’arte, un mezzo che per molti è una vera e propria urgenza espressiva. “Perché”, come racconta Gipi, “il fumetto è un mezzo potentissimo, basta che gli autori lo capiscano e lo sfruttino” .

E a tre mesi dalla strage nella redazione di Charlie Hebdo, Vice News ha incontrato Luz, uno dei vignettisti del settimanale francese scampati all'attentato

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