Isis, smantellata cellula di reclutamento in Italia

Cronaca

Due cittadini albanesi, zio e nipote, sono stati arrestati perché accusati di reclutare aspiranti combattenti, anche minorenni. Custodia cautelare anche per un 20enne di origine marocchina che sarebbe autore di un documento di propaganda diffuso online

La magistratura di Brescia ha emesso tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due albanesi accusati di reclutamento con finalità di terrorismo e di un italiano di origine marocchina indagato per apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall'uso di Internet. Lo riferisce oggi la polizia di Brescia in un comunicato.

Arrestati 2 albanesi e 1 italiano - Dei due cittadini albanesi arrestati, zio e nipote, il primo è residente in Albania e l'altro in provincia di Torino. Il procuratore di Brescia Buonanno ha spiegato in conferenza stampa che due reclutavano "giovani, anche minorenni" per compiere atti di "terrorismo di matrice islamica", nell'ambito del conflitto in atto in Siria".


Arrestato autore documento propaganda italiano - A quanto si apprende il ragazzo di 20 anni arrestato oggi, cittadino italiano di origine marocchina, residente in provincia di Torino, sarebbe l'autore del documento di propaganda dell'Isis apparso di recente sul web. Il testo di 64 pagine intitolato  'Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare' e scritto interamente in italiano era stato diffuso attraverso i social network dallo scorso novembre ed era finito sui giornali qualche settimana fa.  Il documento si intitola

Arrestati in contatto con Foreign Fighters - I tre arrestati erano in contatto, telefonico e facebook, con un italo marocchino residente a Vobarno (Brescia), inserito nella lista dei 65 "foreign fighters" italiani, partito nel settembre 2013 dal nostro Paese per unirsi all'Isis. L'uomo pochi giorni prima di trasferirsi in Siria aveva effettuato un rapido viaggio proprio in Albania. Il 12 giugno del 2013 era già stato arrestato dalla Digos per reati di terrorismo.

Coinvolto un giovanissimo di Como - I tre inoltre avevano individuato un altro aspirante combattente da inviare in Siria. Si tratta di un giovanissimo italo-tunisino residente in provincia di Como, ancora minorenne all'epoca dei primi approcci avvenuti sempre tramite Internet, che, inizialmente titubante, era stato progressivamente convinto ad aderire al Califfato di Abu Bakri Al Baghdadi.

Alfano: "Applicate ai sospettati di terrorismo stesse regole di indagini per mafia"
- Commentando l'operazione delle forze dell'ordine il ministro Alfano ha osservato che "è stata applicata la misura della sorveglianza speciale, prima ancora che il decreto venisse convertito", ovvero "è stata applicata per la prima volta ad un sospettato di terrorismo la stessa regola che è stata sin qui, in questi anni, applicata ai sospettati di mafia". "Vuol dire che il sistema di prevenzione sta funzionando", ha sottolineato il ministro.

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