Roma, licenziati orchestra e coro del Teatro dell'Opera

Cronaca

La decisione del Cda per far fronte a un buco di bilancio disastroso arriva dopo scioperi, dissidi e dopo l’uscita di scena di Riccardo Muti. I 182 lavoratori saranno esternalizzati. Il sovrintendente e il sindaco Marino: "Alternativa era la chiusura"

Orchestra e coro licenziati ed esternalizzati. Dopo mesi di agonia, di dissidi interni sul piano di rientro, dopo gli scioperi e la traumatica uscita di scena del maestro Riccardo Muti, è questa la decisione presa dal Cda dell'Opera di Roma per far "rinascere" il teatro. "Una scelta molto dura e sofferta", per dirla con le parole del sovrintendente Carlo Fuortes che però tiene a precisare: l'alternativa era la chiusura. Il sindaco di Roma Ignazio Marino spiega che si tratta di "un percorso mai eseguito prima nel nostro Paese". E il ministro Dario Franceschini si schiera dalla stessa parte: "E' un passaggio doloroso ma necessario per salvare l'Opera di Roma e ripartire".

Marino: "Operazione di risanamento" - La riunione del Cda arriva a pochi giorni dal vertice tra i soci fondatori dell'Opera - Mibact, Regione Lazio e Comune di Roma - che aveva dato mandato al consiglio di amministrazione di "trovare le soluzioni più adeguate per una rinascita del teatro e a risolvere, alla radice, i problemi di fondo". "Non dimentichiamo che la situazione era diventata talmente insostenibile da costringere pochi giorni fa il Maestro Muti ad andarsene platealmente", sottolinea Franceschini. Ma ad annunciare la linea dura, in una conferenza stampa in Campidoglio, al termine della riunione del cda, è il sindaco Marino: "Alla vigilia di Natale del 2013 è stato deliberato l'inizio del risanamento da quel disavanzo disastroso che avevamo trovato al momento del mio insediamento - ricorda -. Poi purtroppo una serie di situazioni hanno determinato una perdita di biglietteria, una fuga degli sponsor che vogliamo invece attrarre. Il doloroso e recente messaggio del maestro Muti ha determinato una frenata degli abbonamenti e una fuga degli sponsor. Ci troviamo con un risanamento avviato ma con differenza di entrate di 4,2 milioni di euro per l'anno prossimo. In una decisione così drammatica questo procedimento coinvolgerà 182 unità di personale su 460, non riguarda gli altri 278".

I lavoratori formeranno un'orchestra esterna, come in altre capitali europee - Da questa operazione, stando alle stime di Fuortes, si otterranno 3,4 milioni di risparmi. "Se si organizza tutto nel migliore dei modi dal 1 gennaio il teatro dell'Opera potrebbe aver nuova orchestra e coro - annuncia - che potrebbero essere anche costituiti dai vecchi musicisti, però con una forma contrattuale del tutto diversa: non sarebbero più dipendenti ma sarebbero loro a formare un'orchestra o un coro indipendente". Il modello guarda ad esperienze europee "come la London Symphony Orchestra o i Berliner Philharmoniker".

Reazioni e polemiche - Ma le reazioni all'annuncio non tardano ad arrivare. Orchestrali, coristi e sindacati sono sul piede di guerra. E c'è chi invoca il rispetto dell'art 18. "Siamo pronti a intraprendere tutte le iniziative, possibilmente unitarie con gli altri sindacati, per respingere questa decisione scellerata", afferma il segretario generale della Slc-Cgil di Roma e Lazio, Alberto Manzini. "E' un licenziamento ingiustificato e discriminatorio, c'è un progetto di smantellamento del Teatro dell'Opera - sostiene il primo trombone Marco Piazzai (Fials Cisal) -. E forse Muti l'aveva capito e per questo se n'è andato. Ma siamo pronti a impugnare la decisione".

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