Naufragio al largo della Libia: almeno 10 morti. Da quelle stesse coste, il 3 ottobre 2013, partì il barcone carico di migranti diretto in Italia. Le vittime furono 366: erano cittadini eritrei, somali, ghanesi
Si abbracciano, commossi. C'è chi piange il proprio caro e chi ringrazia per essere riuscito a salvarsi dalla morte. Sono i parenti delle vittime e i superstiti del tragico naufragio del 3 ottobre scorso, quando davanti a Cala Croce il barcone su cui viaggiavano oltre 500 migranti affondò, provocando la morte di 366 di loro (tutte le immagini).
E a 12 mesi di distanza, si assiste ad un'altra tragedia del mare, stavolta al largo delle coste libiche. Proprio da lì, da Misurata, 12 mesi fa era partito il barcone diretto in Sicilia e affondato a poche miglia dalla costa.
Tragedia al largo della Libia - Secondo la Guardia costiera di Tripoli, le nuove vittime del mare sono almeno 10. Decine i dispersi. La Marina libica informa di aver soccorso tra le 80 e la 90 persone e di aver ripescato in mare una decina di corpi, precisando che a bordo dell'imbarcazione viaggiavano tra le 170 e le 180 persone, tutti migranti sub-sahariani.
Lampedusa ricorda le vittime - Nelle stesse ore a Lampedusa si ricordano coloro che hanno perso la vita un anno fa. "Siamo qui per ricordare i nostri amici - ha detto Luam, 25 anni, eritrea, che fu l'ultima ad essere tirata fuori dall'acqua - sono contenta di essere tornata anche per rivedere le persone che mi hanno salvato la vita". E a Luam, insieme agli altri sopravvissuti, è stata accolta anche da Papa Francesco: "Chiedo a tutti gli uomini e donne di Europa che aprano le porte del cuore! Voglio dire che sono vicino a voi, prego per voi, prego per le porte chiuse perché si aprano!" sono state le commosse parole del Pontefice.
La tragedia del 3 ottobre - Erano partiti da Misurata, in Libia: cittadini eritrei, somali, ghanesi, come tanti altri migranti in cerca di un futuro migliore. Hanno trovato la morte a poche miglia dalla loro meta, il porto di Lampedusa, in una catastrofe marittima che ha provocato 366 vittime, causata da un incendio e dal successivo rovesciamento dell'imbarcazione (un peschereccio di 20 metri) su cui avevano trovato posto.
In seguito al naufragio il governo, all'epoca guidato da Enrico Letta, decise di rafforzare le attività i pattugliamento del Canale di Sicilia dando vita all'operazione Mare Nostrum, missione militare che ha lo scopo di prevenire il ripetersi delle tragedie del mare.
Mare Nostrum e le vittime - Ma dal 3 ottobre nel canale di Sicilia sono morte tra le 2mila e le 3mila persone, un'ecatombe alla quale neanche gli sforzi di Mare Nostrum sono riusciti a porre fine. A novembre, intanto, dovrebbe partite Frontex Plus, con l'ausilio dell'Europa.
E a 12 mesi di distanza, si assiste ad un'altra tragedia del mare, stavolta al largo delle coste libiche. Proprio da lì, da Misurata, 12 mesi fa era partito il barcone diretto in Sicilia e affondato a poche miglia dalla costa.
Tragedia al largo della Libia - Secondo la Guardia costiera di Tripoli, le nuove vittime del mare sono almeno 10. Decine i dispersi. La Marina libica informa di aver soccorso tra le 80 e la 90 persone e di aver ripescato in mare una decina di corpi, precisando che a bordo dell'imbarcazione viaggiavano tra le 170 e le 180 persone, tutti migranti sub-sahariani.
Lampedusa ricorda le vittime - Nelle stesse ore a Lampedusa si ricordano coloro che hanno perso la vita un anno fa. "Siamo qui per ricordare i nostri amici - ha detto Luam, 25 anni, eritrea, che fu l'ultima ad essere tirata fuori dall'acqua - sono contenta di essere tornata anche per rivedere le persone che mi hanno salvato la vita". E a Luam, insieme agli altri sopravvissuti, è stata accolta anche da Papa Francesco: "Chiedo a tutti gli uomini e donne di Europa che aprano le porte del cuore! Voglio dire che sono vicino a voi, prego per voi, prego per le porte chiuse perché si aprano!" sono state le commosse parole del Pontefice.
La tragedia del 3 ottobre - Erano partiti da Misurata, in Libia: cittadini eritrei, somali, ghanesi, come tanti altri migranti in cerca di un futuro migliore. Hanno trovato la morte a poche miglia dalla loro meta, il porto di Lampedusa, in una catastrofe marittima che ha provocato 366 vittime, causata da un incendio e dal successivo rovesciamento dell'imbarcazione (un peschereccio di 20 metri) su cui avevano trovato posto.
In seguito al naufragio il governo, all'epoca guidato da Enrico Letta, decise di rafforzare le attività i pattugliamento del Canale di Sicilia dando vita all'operazione Mare Nostrum, missione militare che ha lo scopo di prevenire il ripetersi delle tragedie del mare.
Mare Nostrum e le vittime - Ma dal 3 ottobre nel canale di Sicilia sono morte tra le 2mila e le 3mila persone, un'ecatombe alla quale neanche gli sforzi di Mare Nostrum sono riusciti a porre fine. A novembre, intanto, dovrebbe partite Frontex Plus, con l'ausilio dell'Europa.