Nella camera del 20enne i poliziotti hanno trovato tre pagine scritte a mano e in stampatello con le quali, secondo quanto riporta Repubblica, il giovane racconta il suo gesto e spiega i motivi dell'omicidio-suicidio
Si è parlato da subito dell’ipotesi di omicidio-suicidio. E ora a questa pista si aggiunge un nuovo elemento: una lettera che i poliziotti hanno trovato nel cassetto della sua cameretta. Tre pagine scritte a penna e in stampatello nelle quali Pietro, precipitato con la ex fidanzata 19enne dal settimo piano di un palazzo di via Novaro a Milano, spiega il suo gesto. Un atto premeditato, pensato per "punire" la ragazza che lo aveva lasciato dopo le vacanze estive.
La lettera di Pietro - "Io ho già perso l’anima, voglio che lei provi terrore prima di dire addio a tutto" ha scritto il 20enne, come riporta il quotidiano Repubblica mostrando anche un’immagine di quelle paginette scritte forse lo stesso pomeriggio di lunedì 15 settembre, qualche ora prima del gesto che ora lascia famiglia e amici senza parole. "Con l'Alessandra - scrive Pietro - ho finito a coinvolgere tutto me stesso: anima, cuore e corpo, ho specificato anima perché se si arrivano a fare certe cose, vuol dire che non la si ha più. L'amore totale e disarmante che provavo si è trasformato in affetto quando ci siamo lasciati per poi diventare risentimento nell'ultima settimana. Un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all'altro la vera tristezza".
Erano le 24 e 22 quando Alessandra è caduta nel vuoto seguita poco dopo dall’ex fidanzato. Più di un vicino avrebbe sentito le urla della giovane. "Lui l’ha trascinata giù" ha da subito affermato una testimone.
Per Alessandra non c’è stato niente da fare: è morta sul colpo. Pietro, che aveva già tentato il suicidio, è morto la mattina seguente all’ospedale San Gerardo di Monza.
La lettera di Pietro - "Io ho già perso l’anima, voglio che lei provi terrore prima di dire addio a tutto" ha scritto il 20enne, come riporta il quotidiano Repubblica mostrando anche un’immagine di quelle paginette scritte forse lo stesso pomeriggio di lunedì 15 settembre, qualche ora prima del gesto che ora lascia famiglia e amici senza parole. "Con l'Alessandra - scrive Pietro - ho finito a coinvolgere tutto me stesso: anima, cuore e corpo, ho specificato anima perché se si arrivano a fare certe cose, vuol dire che non la si ha più. L'amore totale e disarmante che provavo si è trasformato in affetto quando ci siamo lasciati per poi diventare risentimento nell'ultima settimana. Un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all'altro la vera tristezza".
Erano le 24 e 22 quando Alessandra è caduta nel vuoto seguita poco dopo dall’ex fidanzato. Più di un vicino avrebbe sentito le urla della giovane. "Lui l’ha trascinata giù" ha da subito affermato una testimone.
Per Alessandra non c’è stato niente da fare: è morta sul colpo. Pietro, che aveva già tentato il suicidio, è morto la mattina seguente all’ospedale San Gerardo di Monza.