Sollecito: "Non ho cambiato versione. Amanda è innocente"

Cronaca

Il giovane, condannato dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze a 25 anni di carcere per la morte di Meredith Kercher, illustra il ricorso in Cassazione depositato contro la sentenza. E aggiunge: "Il memoriale della Knox mi scagiona"

"Non ho cambiato versione, solo un pazzo cambierebbe versione. E io non sono pazzo e non sono un criminale. Sono un innocente. E credo all’innocenza di Amanda Knox". Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni per la morte di Meredith Kercher, smentisce così alcune ricostruzioni apparse sui quotidiani nei giorni scorsi secondo le quali sarebbe pronto a ritrattare la sua versione dei fatti e a far così cadere l'alibi di Amanda Knox, condannata a sua volta a 28 anni di carcere (il caso - i video - le foto). "Da quello che si legge nella sentenza - ammette - si registrano però delle anomalie".

Sollecito: il memoriale di Amanda mi scagiona - Raffaele Sollecito, nel corso della conferenza stampa per illustrare il ricorso in Cassazione depositato contro la sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze, ribadisce dunque la sua innocenza. E aggiunge: nel memoriale scritto nel carcere di Capanne, "Amanda mi scagiona, mi dà un alibi, mi dichiara estraneo da ciò che per i giudici è verità". 



La "bugia" dell'sms - L'avvocato difensore di Sollecito, Giulia Bongiorno, interviene poi per chiarire che le posizioni dei due ragazzi riconosciuti colpevoli di omicidio sono comunque diverse. E pone l'attenzione sulla 'bugia' sull'sms che Amanda inviò a Patrick Lumumba alle ore 20,35 nella sera del delitto, avvenuto tra l'1 e il 2 novembre 2007. Amanda ha sempre detto di averlo inviato da casa di Raffaele, mentre, da quanto emerge dalla sentenza dei giudici fiorentini, l'ha inviato dopo essere uscita. "Raffaele - spiega la Bongiorno - ha sempre detto di aver trascorso con Amanda la notte in cui è morta Meredith. La notte, non tutta la sera. Nella prima parte della serata i due non erano insieme" VIDEO.
Il legale e il suo assistito ribadiscono che questo particolare non fa della giovane americana colpevole del delitto ma, aggiunge l'avvocato, "non possiamo non rilevare una subordinata: nell'ipotesi, che non crediamo possibile, vi siano troppe anomalie riguardo Amanda, allora non bisogna estenderle in automatico anche a Raffaele".

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