In manette anche l'ex direttore dell'aeroporto di Ciampino. Sotto la lente degli inquirenti gare d'appalto che sarebbero state ritagliate su misura sempre per la stessa ditta. Un sistema che avrebbe portato un danno erariale di 8 milioni di euro. VIDEO
Appalti ritagliati su misura per l'imprenditore amico o gare pilotate a cui partecipava, di fatto, sempre la stessa ditta. Questo il quadro di "diffuso illecito" svelato dalla procura di Roma, che ha portato a sei arresti nell'ambito di una inchiesta su una serie di lavori svolti presso gli aeroporti del Lazio. Piccoli scali, tra cui quello dell'Urbe, Viterbo e Rieti.
Sei arresti - A Regina Coeli sono finiti Sergio Legnante, ex direttore dell'aeroporto di Ciampino, funzionario dell'Enac e l'imprenditore Massimiliano Mantovano, dominus, secondo l'accusa, delle società a cui venivano appaltati i lavori. Un sistema che andava avanti da anni e che secondo gli inquirenti avrebbe portato ad un danno erariale di circa 8 milioni di euro.
Raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere anche Alfonso Mele, ingegnere in servizio presso la Direzione centrale dell'Enac. Arresti domiciliari invece per Adriano Revelant e Luigi Guerrini, uomini di fiducia di Mantovano e Renato Lolli, dipendente dell'Enac. Nell'inchiesta risultano indagate anche altre due persone.
Associazione a delinquere finalizzata ai reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso e frode nelle pubbliche forniture i reati contestati, a seconda delle posizioni, dal pm Mario Palazzi.
Sotto la lente degli inquirenti 10 appalti - Il gruppo, secondo gli accertamenti della polizia, gonfiava "fraudolentemente" i costi dei lavori eseguiti per poi dividersi "assieme ai funzionari pubblici infedeli" i proventi come prezzo della loro "corruzione". Una vicenda giudiziaria nata nel 2009 grazie ad una denuncia di un dipendente dell'Enac su anomalie nell'assegnazione degli appalti.
Un meccanismo fraudolento ben oliato che riguarda, per adesso, dieci gare d'appalto. Erano di fatto pilotate per finire a società riconducibili a Mantovano. In particolare l'attività di indagine ha riguardato l'appalto da 66 mila euro per gli alloggi di servizio dell'aeroporto dell'Urbe aggiudicato alla società Fama Srl. I lavori furono affidati in subappalto allo Studio Bc, Claudio Bernacchi, per 4 mila e 500 euro. Sotto la lente degli inquirenti anche l'appalto per la costruzione della centrale idrica antincendio aggiudicata alla Mast Srl per 322 mila euro e quello relativo al completamento dell'impianto intrusione per 140 mila euro finito alla 2t Appalti. In un'intercettazione fatta dagli investigatori della squadra mobile, due stretti collaboratori di Mantovano non usano giri di parole sulla qualità dei lavori in relazione al costo dell'appalto. "Hanno fatto con tremila e cinquecento euro -affermano - un lavoro di settantamila euro...".
Ma non solo. Una piscina e i lavori di ristrutturazione della sua villa a Roma, sarebbero stati ottenuti da Legnante, in cambio dell'affidamento degli appalti a Mantovano.
"Siamo dispiaciuti, ma certi che questo sia un episodio circoscritto", ha commentato il presidente dell'Enac Vito Riggio, sottolineando che eè la "prima volta" che accade all'Enac, che all'Ente erano "stati informati dell'inchiesta e si era gia' proceduto col sospenderli".
Sei arresti - A Regina Coeli sono finiti Sergio Legnante, ex direttore dell'aeroporto di Ciampino, funzionario dell'Enac e l'imprenditore Massimiliano Mantovano, dominus, secondo l'accusa, delle società a cui venivano appaltati i lavori. Un sistema che andava avanti da anni e che secondo gli inquirenti avrebbe portato ad un danno erariale di circa 8 milioni di euro.
Raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere anche Alfonso Mele, ingegnere in servizio presso la Direzione centrale dell'Enac. Arresti domiciliari invece per Adriano Revelant e Luigi Guerrini, uomini di fiducia di Mantovano e Renato Lolli, dipendente dell'Enac. Nell'inchiesta risultano indagate anche altre due persone.
Associazione a delinquere finalizzata ai reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso e frode nelle pubbliche forniture i reati contestati, a seconda delle posizioni, dal pm Mario Palazzi.
Sotto la lente degli inquirenti 10 appalti - Il gruppo, secondo gli accertamenti della polizia, gonfiava "fraudolentemente" i costi dei lavori eseguiti per poi dividersi "assieme ai funzionari pubblici infedeli" i proventi come prezzo della loro "corruzione". Una vicenda giudiziaria nata nel 2009 grazie ad una denuncia di un dipendente dell'Enac su anomalie nell'assegnazione degli appalti.
Un meccanismo fraudolento ben oliato che riguarda, per adesso, dieci gare d'appalto. Erano di fatto pilotate per finire a società riconducibili a Mantovano. In particolare l'attività di indagine ha riguardato l'appalto da 66 mila euro per gli alloggi di servizio dell'aeroporto dell'Urbe aggiudicato alla società Fama Srl. I lavori furono affidati in subappalto allo Studio Bc, Claudio Bernacchi, per 4 mila e 500 euro. Sotto la lente degli inquirenti anche l'appalto per la costruzione della centrale idrica antincendio aggiudicata alla Mast Srl per 322 mila euro e quello relativo al completamento dell'impianto intrusione per 140 mila euro finito alla 2t Appalti. In un'intercettazione fatta dagli investigatori della squadra mobile, due stretti collaboratori di Mantovano non usano giri di parole sulla qualità dei lavori in relazione al costo dell'appalto. "Hanno fatto con tremila e cinquecento euro -affermano - un lavoro di settantamila euro...".
Ma non solo. Una piscina e i lavori di ristrutturazione della sua villa a Roma, sarebbero stati ottenuti da Legnante, in cambio dell'affidamento degli appalti a Mantovano.
"Siamo dispiaciuti, ma certi che questo sia un episodio circoscritto", ha commentato il presidente dell'Enac Vito Riggio, sottolineando che eè la "prima volta" che accade all'Enac, che all'Ente erano "stati informati dell'inchiesta e si era gia' proceduto col sospenderli".