Questa la decisione della Seconda Corte d'Appello di Milano. L'ex premier e il fratello erano imputati per la vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte pubblicata dal Giornale. In primo grado il leader di Forza italia era stato condannato a 1 anno
La Seconda Corte d'Appello di Milano ha dichiarato la prescrizione del reato per Silvio e Paolo Berlusconi, imputati per la vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte legata al caso Unipol. I giudici hanno confermato il risarcimento di 80mila euro per Piero Fassino, parte civile nel processo.
Il pg di Milano aveva chiesto di dichiarare la prescrizione del reato. Silvio e Paolo Berlusconi erano imputati in secondo grado per l'intercettazione telefonica pubblicata dal Giornale sulla tentata scalata di Unipol a Bnl.
Le condanne in primo grado - Nel marzo dell'anno scorso, l'ex premier era stato condannato in primo grado a un anno di reclusione, mentre suo fratello Paolo - editore del quotidiano - a due anni e tre mesi. La corte aveva anche stabilito un risarcimento di 80.000 euro per Piero Fassino, parte civile nel processo, allora leader dei Ds e protagonista della telefonata pubblicata - ma non depositata agli atti - con l'ormai famosa frase “abbiamo una banca” insieme all'allora presidente di Unipol Giovanni Consorte.
La richiesta del pg - I fratelli Berlusconi hanno sempre respinto ogni addebito. Il pg ha ricordato oggi che nel caso in cui "la prova dell'innocenza appaia di tutta evidenza", gli imputati dovrebbero essere assolti nel merito nonostante la prescrizione. Ma, ha aggiunto, "è un non senso giuridico dire che c'è l'evidenza della conclamata innocenza dei due imputati", pertanto "l'unica conclusione possibile" è quella di dichiarare la prescrizione. L'avvocato di Fassino, Carlo Federico Grosso, aveva chiesto invece la conferma della responsabilità penale degli imputati al fine di confermare gli effetti della responsabilità civile.
Il pg di Milano aveva chiesto di dichiarare la prescrizione del reato. Silvio e Paolo Berlusconi erano imputati in secondo grado per l'intercettazione telefonica pubblicata dal Giornale sulla tentata scalata di Unipol a Bnl.
Le condanne in primo grado - Nel marzo dell'anno scorso, l'ex premier era stato condannato in primo grado a un anno di reclusione, mentre suo fratello Paolo - editore del quotidiano - a due anni e tre mesi. La corte aveva anche stabilito un risarcimento di 80.000 euro per Piero Fassino, parte civile nel processo, allora leader dei Ds e protagonista della telefonata pubblicata - ma non depositata agli atti - con l'ormai famosa frase “abbiamo una banca” insieme all'allora presidente di Unipol Giovanni Consorte.
La richiesta del pg - I fratelli Berlusconi hanno sempre respinto ogni addebito. Il pg ha ricordato oggi che nel caso in cui "la prova dell'innocenza appaia di tutta evidenza", gli imputati dovrebbero essere assolti nel merito nonostante la prescrizione. Ma, ha aggiunto, "è un non senso giuridico dire che c'è l'evidenza della conclamata innocenza dei due imputati", pertanto "l'unica conclusione possibile" è quella di dichiarare la prescrizione. L'avvocato di Fassino, Carlo Federico Grosso, aveva chiesto invece la conferma della responsabilità penale degli imputati al fine di confermare gli effetti della responsabilità civile.