La protesta va "avanti a oltranza" dice il leader del movimento. Nella capitale ci sarà un sit-in permanente per evitare infiltrazioni. Ed è polemica per le affermazioni di Zunino "sull'Italia schiava dei banchieri ebrei"
"Non è più lo sciopero dei forconi, è lo sciopero degli italiani, della gente che vuole risposte". E ancora: "Il made in Italy ormai è andato distrutto. Noi non ce la facciamo più. Prima di arrivare al punto della Grecia vogliamo trovare soluzioni democratiche". Parla così ai microfoni di Sky TG24 Mariano Ferro, uno dei leader del movimento che da giorni con presidi e blocchi occupa piazze e strade (FOTO e VIDEO).
L'intervista integrale a Mariano Ferro:
Ferro: presidio permanente a Roma - "Chiediamo scusa agli italiani per i disagi" afferma Ferro, che annuncia che la mobilitazione andrà avanti a "oltranza". Alla mezzanotte di ieri, giovedì 12 dicembre, il movimento avrebbe dovuto sbaraccare i presidi invece lo sciopero prosegue. Ma, precisa il leader siciliano della protesta, "non faremo nessuna marcia su Roma. Solo un presidio permanente per evitare infiltrazioni". E aggiunge: "Noi stiamo manifestando in modo pulito e prendiamo le distanze dai facinorosi e teppisti. Non faremo la manifestazione di Roma - spiega - ma ci fermiamo a presidio e basta. Vogliamo dimostrare che non facciamo nulla di violento. Ci fermeremo in una piazza, stabiliremo ora e data, penso che sarà la prossima settimana. Il nostro obiettivo è dimostrare al governo e agli italiani che vogliamo arrivare a delle soluzioni in modo corretto". Il nostro obiettivo, ribadisce ancora, "è trovare soluzioni democratiche e pulite". LE VOCI DELLA PROTESTA
Polemica per le dichiarazioni di Zunino - E mentre proseguono i cortei in diverse città d'Italia, scoppia la polemica per le dichiarazioni rilasciare a Repubblica da Zunino, uno dei portavoce del movimento dei Forconi su "L'Italia schiava dei banchieri ebrei". "Vogliamo la sovranità dell'Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire". Queste le sue parole, definite "deliranti" dal presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna. Queste parole, afferma "danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari".
L'intervista integrale a Mariano Ferro:
Ferro: presidio permanente a Roma - "Chiediamo scusa agli italiani per i disagi" afferma Ferro, che annuncia che la mobilitazione andrà avanti a "oltranza". Alla mezzanotte di ieri, giovedì 12 dicembre, il movimento avrebbe dovuto sbaraccare i presidi invece lo sciopero prosegue. Ma, precisa il leader siciliano della protesta, "non faremo nessuna marcia su Roma. Solo un presidio permanente per evitare infiltrazioni". E aggiunge: "Noi stiamo manifestando in modo pulito e prendiamo le distanze dai facinorosi e teppisti. Non faremo la manifestazione di Roma - spiega - ma ci fermiamo a presidio e basta. Vogliamo dimostrare che non facciamo nulla di violento. Ci fermeremo in una piazza, stabiliremo ora e data, penso che sarà la prossima settimana. Il nostro obiettivo è dimostrare al governo e agli italiani che vogliamo arrivare a delle soluzioni in modo corretto". Il nostro obiettivo, ribadisce ancora, "è trovare soluzioni democratiche e pulite". LE VOCI DELLA PROTESTA
Polemica per le dichiarazioni di Zunino - E mentre proseguono i cortei in diverse città d'Italia, scoppia la polemica per le dichiarazioni rilasciare a Repubblica da Zunino, uno dei portavoce del movimento dei Forconi su "L'Italia schiava dei banchieri ebrei". "Vogliamo la sovranità dell'Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire". Queste le sue parole, definite "deliranti" dal presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna. Queste parole, afferma "danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari".