Canale di Sicilia, soccorsi oltre 300 migranti

Cronaca
Un'immagine di repertorio mostra un'operazione di soccorso nel Canale di Sicilia

Motovedette della Guardia costiera hanno tratto in salvo due diverse imbarcazioni e condotto i migranti a Lampedusa. Proseguono intanto ad Agrigento le tumulazioni delle vittime del naufragio del 3 ottobre. Crocetta: "Deliberato lo stato di emergenza"

Oltre 300 profughi sono stati soccorsi all'alba di martedì 15 ottobre dalla Guardia costiera nel Canale di Sicilia. Dopo avere trasbordato 250 migranti, prevalentemente eritrei, gli uomini della Capitaneria di porto hanno salvato un'ottantina di profughi che si trovavano a bordo di un gommone a poche miglia da Lampedusa. Non si fermano insomma gli sbarchi, tanto che la Sicilia ha deliberato lo stato d'emergenza. Ad Agrigento intanto continuano le operazioni di sepoltura delle vittime del 3 ottobre scorso.

Soccorse oltre 300 persone
- Nella tarda serata di lunedì erano giunte alla sala operativa del comando Generale delle Capitanerie di porto due chiamate da telefoni satellitari che avevano fatto scattare la macchina dei soccorsi nel Canale di Sicilia. Due richieste di aiuto alle quali hanno risposto la fregata Espero e il pattugliatore Vega della Marina Militare e tre motovedette della Capitaneria di Porto partite da Lampedusa. Il primo contatto raggiunto da una motovedetta, 60 miglia a Sud di Lampedusa, ha recuperato circa 80 migranti. La seconda imbarcazione, in precarie condizioni di galleggiabilità, con 250 persone a bordo è stata localizzata da nave Vega e raggiunto a circa 45 miglia a Sud di Lampedusa. Tutti i migranti sono stati tratti in salvo e trasbordati sulle motovedette della Capitaneria, verso il porto di Lampedusa.

Inizia lo stato di emergenza in Sicilia - Gli sbarchi continuano quindi senza sosta. Così, ha fatto sapere il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, "abbiamo deliberato lo stato di emergenza per quel che riguarda l'immigrazione. Abbiamo lanciato la campagna di affidi perché ci contattano migliaia di persone per aver affidati quei bambini. Per accogliere questi immigrati ci sono strutture dismesse che possono essere utilizzate". "Con la Bossi-Fini i problemi si sono aggravati perché prima di questa legge - ha continuato Crocetta - i lampedusani accoglievano nelle loro case i migranti, ora sono nel centro di accoglienza che dovrebbe ospitare 200 immigrati e sono 1.200 con bambini e donne che dormono all'aperto. Il 24 ottobre sarò dal presidente del Parlamento europeo e chiederò che l'Europa sia più vicina alla Sicilia".

Vittime del naufragio seppellite ad Agrigento - Intanto in mattinata ha attraccato a Porto Empedocle (in provincia di Agrigento) la nave Libra della Marina Militare che ha trasportato da Lampedusa altre 150 bare salme delle vittime del naufragio del 3 ottobre. I primi a sbarcare sono stati due piccoli feretri bianchi, dei bambini morti nella strage. Lunedì sono iniziate le tumulazioni delle prime bare trasferite da Lampedusa, nel cimitero di Agrigento e in diversi altri della provincia, messi a disposizione dai Comuni. Le sepolture sono dettate da ragioni sanitarie ma, spiegano dalla prefettura di Agrigento, nulla impedisce eventuali restituzioni dei corpi ai familiari che ne faranno richiesta. Sempre la prefettura ha fatto sapere che continuano le attività di riconoscimento delle salme, ma che per salvaguardare l'incolumità e la riservatezza dei richiedenti asilo "non verranno divulgate notizie in merito ad elenchi di sopravvissuti, né verranno fornite indicazioni in tal senso".
E proprio sulla sepoltura è intervenuto il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, denunciando su Twitter la mancanza dei funerali, "né di Stato né di Paese". "Oggi a esempio - ha aggiunto il primo cittadino in riferimento all'impegno del premier Letta sui funerali di Stato - sono state mandate otto salme a Caltanissetta e 25 a Mazzarino. Ieri Kyenge i funerali li aveva confermati. Ma le salme sono di competenza del ministero dell'Interno. Forse un po' di confusione...".

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