L'ex direttore de L'Avanti è stato trasferito a Regina Coeli. Sarebbe più volte uscito di casa e avrebbe così disatteso le prescrizioni del regime cui era sottoposto. Il difensore: era solo sceso in cortile
Valter Lavitola è di nuovo in carcere. Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Napoli, l'ex direttore de L'Avanti, che aveva ottenuto i domiciliari qualche mese fa, sarebbe più volte uscito di casa e avrebbe così disatteso le prescrizioni del regime cui era sottoposto. Per questo gli uomini del Nucleo tributario delle Fiamme Gialle partenopee hanno eseguito a Roma un nuovo mandato di arresto e lo hanno portato a Regina Coeli.
La decisione di riportarlo in carcere è stata presa dalla Corte d'Appello davanti alla quale il prossimo 30 ottobre inizierà il processo di secondo grado per la presunta estorsione a Silvio Berlusconi.
Il difensore del giornalista, però, si oppone alla revoca dei domiciliari e annuncia che adotterà "l'appello al Riesame o una nuova istanza per rivalutare la sussistenza dei presupposti per l'aggravamento della misura". Lavitola, afferma l'avvocato Gaetano Balice, "è stato ripreso mentre usciva nel cortile del condominio. La singolarità del provvedimento è che questa uscita rientra nella tolleranza del braccialetto elettronico che gli era stato affidato. Infatti non è scattato l'allarme".
La decisione di riportarlo in carcere è stata presa dalla Corte d'Appello davanti alla quale il prossimo 30 ottobre inizierà il processo di secondo grado per la presunta estorsione a Silvio Berlusconi.
Il difensore del giornalista, però, si oppone alla revoca dei domiciliari e annuncia che adotterà "l'appello al Riesame o una nuova istanza per rivalutare la sussistenza dei presupposti per l'aggravamento della misura". Lavitola, afferma l'avvocato Gaetano Balice, "è stato ripreso mentre usciva nel cortile del condominio. La singolarità del provvedimento è che questa uscita rientra nella tolleranza del braccialetto elettronico che gli era stato affidato. Infatti non è scattato l'allarme".