Donna uccisa a Udine, il movente del sequestro non convince

Cronaca
Due giovani hanno affisso questo pomeriggio un cartello di ringraziamento per l'opera svolta dai carabinieri in merito alla soluzione dell'omicidio della giovane Silvia Gobbato.

Nicola Garbino, 36 anni, ha confessato l'omicidio di Silvia Gobbato. Sui suoi abiti tracce di sangue della vittima. Non si esclude che l'uomo possa aver agito per altri scopi, ad esempio di natura sessuale

"Se lui non si fosse presentato sulla scena del delitto, staremmo qui ad inseguire un fantasma. Diremmo che la pianificazione (dell'omicidio, ndr) era stata accurata, ma in realtà (il presunto omicida) ha commesso degli errori, errori tra virgolette e sempre secondo il suo punto di vista. Non possiamo dimenticarci infatti della tragedia di cui stiamo parlando". Sono queste le parole del comandante del Ris di Parma Giampietro Lago il giorno dopo la confessione di Nicola Garbino, presunto omicida di Silvia Gobbato, 28 anni, uccisa a coltellate lungo un sentiero alla periferia Nord di Udine.

Il reo confesso è tornato sul luogo del delitto -  Giovedì 19 settembre, l'uomo, un 36enne di Zugliano, frazione di Pozzuolo del Friuli (Udine) è tornato sul luogo del delitto, mescolato alla folla dei curiosi che si erano recati a guardare le forze dell'ordine al lavoro. Garbino, studente fuori corso di ingegneria, è stato notato perché si comportava in modo strano. Quando i carabinieri lo hanno bloccato con la sua bicicletta presso il centro commerciale Città fiera di Martignacco, alle porte di Udine, e prima ancora che i militari gli facessero la domanda ha ammesso: "Sono stato io, sono stato io, mi avete beccato".

Non convince movente sequestro - A quanto si apprende, dentro lo zainetto che il reo confesso aveva con se c'erano un paio di guanti sporchi di sangue, una felpa e dei pantaloni. Le analisi hanno confermato che il sangue era sia della vittima sia dell'assassino, il quale aveva una ferita alla mano. Restano però lati oscuri ancora da chiarire. L'uomo avrebbe detto che la sua intenzione era rapire una giovane donna e poi chiedere un riscatto. La scelta di Silvia è stata quindi del tutto causale. Versione questa che non convince gli investigatori: non si esclude che Garbino possa aver agito per altri scopi, ad esempio di natura sessuale. Indagini mirano a verificare eventuali coinvolgimenti dell'uomo in episodi di esibizionismo in passato.

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