L'imprenditrice, figlia di Salvatore, era accusata di aggiotaggio e falso in bilancio. Il 28 agosto le erano stati concessi gli arresti domiciliari per ragioni di salute, dopo che in carcere aveva perso sei chili in un mese
Giulia Ligresti, imprenditrice e figlia di Salvatore, ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi di reclusione e ventimila euro di multa nell'ambito dell'inchiesta Fonsai. La proposta è stata accolta dal tribunale di Torino. La Ligresti era stata arrestata lo scorso 17 luglio con le accuse di aggiotaggio e falso in bilancio. Nella richiesta di patteggiamento è stata anche concordata la confisca di polizze assicurative e quote immobiliari della società Pegaso riconducibili al suo nome. L'ammontare non è stato quantificato nel corso dell'udienza, ma secondo fonti vicine all'indagine sarebbe nell'ordine di alcuni milioni di euro.
Tecnicamente la sentenza di patteggiamento non è ancora definitiva perché in teoria si può ricorrere in Cassazione. In seguito si potranno discutere, davanti al tribunale di sorveglianza di Milano, le modalità con cui la pena dovrà essere scontata. Tra le opzioni più plausibili: la detenzione domiciliare o l'affidamento a un lavoro socialmente utile.
Detenzione ai domiciliari - L'imprenditrice al momento si trova agli arresti domiciliari a Milano dal 28 agosto dopo che i medici del carcere di Vercelli avevano inviato una relazione in tribunale perché le sue condizioni psicologiche non erano compatibili con la detenzione. In un mese aveva perso sei chili. Resta invece ancora in carcere a Torino la sorella Jonella, per la quale il riesame ha rigettato l'istanza di scarcerazione. Il padre Salvatore è ai domiciliari e non è stato ancora interrogato dai pm Nessi e Gianoglio.
Tecnicamente la sentenza di patteggiamento non è ancora definitiva perché in teoria si può ricorrere in Cassazione. In seguito si potranno discutere, davanti al tribunale di sorveglianza di Milano, le modalità con cui la pena dovrà essere scontata. Tra le opzioni più plausibili: la detenzione domiciliare o l'affidamento a un lavoro socialmente utile.
Detenzione ai domiciliari - L'imprenditrice al momento si trova agli arresti domiciliari a Milano dal 28 agosto dopo che i medici del carcere di Vercelli avevano inviato una relazione in tribunale perché le sue condizioni psicologiche non erano compatibili con la detenzione. In un mese aveva perso sei chili. Resta invece ancora in carcere a Torino la sorella Jonella, per la quale il riesame ha rigettato l'istanza di scarcerazione. Il padre Salvatore è ai domiciliari e non è stato ancora interrogato dai pm Nessi e Gianoglio.