Cardano, l'ex vigile voleva colpire politici e giudici

Cronaca
Una della armi usate da Giuseppe Pegoraro, l'ex vigile che ha sparato al sindaco e al vice sindaco di Cardano al Campo

Giuseppe Pegoraro, l'attentatore che ha ferito due persone nel Comune in provincia di Varese, aveva intenzione di resistere nei boschi con le armi in mano fino alla morte. Intanto migliorano ancora le condizioni delle vittime

Giuseppe Pegoraro, l'ex vigile di Cardano al Campo che martedì è entrato in municipio e ha sparato al sindaco e al vicesindaco, non voleva fermarsi all'assalto in Comune. Aveva in mente di colpire altre persone che secondo lui erano responsabili dei suoi guai giudiziari e che avevano portato alla sospensione dal servizio. Un rancore che, nei suoi piani, si sarebbe dovuto abbattere su politici di sinistra, giudici, finanzieri, giornalisti.

Altri bersagli da colpire - Interrogatori e perquisizioni hanno permesso di delineare nuovi dettagli. L'attentatore non aveva intenzione di arrendersi e pensava di scappare nei boschi e vivere come un uomo braccato o morire con le armi in pugno. In casa di Pegoraro, dopo l'arresto, sono stati trovati un testamento e un archivio sulla sua vicenda giudiziaria. Parlando con gli inquirenti, l'ex vice comandante dei vigili ha manifestato un odio profondo verso i giudici che l'hanno condannato per truffa e peculato. Nutriva un forte risentimento anche nei confronti dei politici "comunisti", per i giornalisti che lo hanno dipinto "come un mostro" e  per la Guardia di Finanza che ha compiuto accertamenti su di lui.

La fuga in stile "Rambo" - Pegoraro avrebbe rivelato l'intenzione di proseguire il suo piano con una fuga nei boschi destinata a concludersi con il suicidio o uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine. Alla luce di questi elementi, il sostituto procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra depositerà giovedì la richiesta di convalida dell'arresto.

Migliorano le condizioni dei feriti - Le condizioni di salute delle due vittime della sparatoria intanto continuano a migliorare. Il sindaco Laura Prati e il suo vice Costantino Iametti sono ancora in prognosi riservata ma dopo le operazioni chirurgiche a cui sono stati sottoposti non sono più in pericolo di vita. Iametti, ricoverato all'ospedale di Varese, è cosciente e potrebbe tornare a respirare autonomamente a breve. La Prati ha invece potuto ricevere alcune visite già nella serata di martedì. Tra i primi a riabbracciarla i familiari, alcuni assessori e il capogruppo regionale del Pd, Alessandro Alfieri.

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