Ventisei indagati, di cui 17 allevatori di un consorzio. Sei misure cautelari. E' il bilancio di un'operazione dei Carabinieri di Udine che ha individuato prodotti potenzialmente cancerogeni distribuiti in Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia
Il latte della Cospalat Fvg partiva dal Friuli e veniva distribuito in Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia. Secondo gli investigatori del Nas di Udine, il prodotto, era potenzialmente latte cancerogeno. L'inchiesta ipotizza le accuse di frode in commercio, adulterazione di alimenti e commercio di derrate nocive; i carabinieri hanno eseguito sette misure cautelari e 86 perquisizioni. Gli indagati sono 26 di cui 17 allevatori del consorzio Cospalat. La "mente" sarebbe il presidente del Consorzio, Renato Zampa, 52 anni, di Pagnacco (Udine), arrestato per associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, al commercio di sostanze alimentari nocive e adulterazione di sostanze alimentari. Analoghe accuse sono contestata anche alle altre 5 persone agli arresti domiciliari, tra le quali due socie di un laboratorio di analisi di Amaro (Udine).
Il latte veniva ritirato da imprenditori agricoli associati al Consorzio della provincia di Udine, per essere poi miscelato e trasportato ai caseifici di Selva del Montello (Treviso), Sacile (Pordenone) e Feletto Umberto (Udine), destinato alla produzione del formaggio Montasio dop. Questo, nonostante si trattasse di latte proveniente anche da caseifici non certificati, violando il disciplinare che garantisce al consumatore le caratteristiche chimico-fisico e organolettiche del prodotto.
A dare avvio alle indagini, a maggio 2012, era stato un autotrasportatore il quale aveva spiegato al Nas di essere stato costretto a consegnare ai caseifici produttori di Montasio dop anche latte non proveniente dagli accertamenti certificati. Le partite viaggiavano accompagnate da documenti di trasporto in cui si attestava falsamente l'idoneità del latte alla produzione di Dop locale. Nel corso delle indagini, condotte con sistemi gps e intercettazioni ambientali e telefoniche, i Nas coordinati dal pm di Udine Marco Panzeri, hanno scoperto che da alcuni allevamenti Cospalat partiva anche latte contenente aflatossine, una muffa che intacca i fusti del mais usato come alimentazione per le mucche, e che assimilata in valori elevati rischia di produrre effetti cancerogeni e causare disturbi alla crescita nei bambini. Il latte, destinato ad altri caseifici per produrre formaggi non dop o latte Omega 3, veniva diluito con prodotto non contaminato per renderlo idoneo ai controlli analitici effettuati dagli acquirenti. Secondo gli inquirenti, che hanno sequestrato 1.063 forme di formaggio potenzialmente nocivo, gli indagati avrebbero anche falsificato le analisi del prodotto. Il consorzio frodava caseifici e distributori, ma a sua volta, in una filiera di violazioni, sarebbe stato vittima di furto da parte di due autotrasportatori. Questi rubavano 2 o 3 quintali di latte nel corso di ogni viaggio verso Toscana e Umbria, per rivenderlo a un soggetto non identificato. Sottratto il latte, lo sostituivano con acqua.
Il neonatologo dell'istituto pediatrico Burlo Garofolo di Trieste, Riccardo D'Avanzo, sostiene che la presenza di aflatossine nel latte "è causa di una giusta preoccupazione", ma "non deve causare allarmismi". Le conseguenze di una eventuale intossicazione si manifestano con disturbi gastrointestinali e neurovegetativi.
Il latte veniva ritirato da imprenditori agricoli associati al Consorzio della provincia di Udine, per essere poi miscelato e trasportato ai caseifici di Selva del Montello (Treviso), Sacile (Pordenone) e Feletto Umberto (Udine), destinato alla produzione del formaggio Montasio dop. Questo, nonostante si trattasse di latte proveniente anche da caseifici non certificati, violando il disciplinare che garantisce al consumatore le caratteristiche chimico-fisico e organolettiche del prodotto.
A dare avvio alle indagini, a maggio 2012, era stato un autotrasportatore il quale aveva spiegato al Nas di essere stato costretto a consegnare ai caseifici produttori di Montasio dop anche latte non proveniente dagli accertamenti certificati. Le partite viaggiavano accompagnate da documenti di trasporto in cui si attestava falsamente l'idoneità del latte alla produzione di Dop locale. Nel corso delle indagini, condotte con sistemi gps e intercettazioni ambientali e telefoniche, i Nas coordinati dal pm di Udine Marco Panzeri, hanno scoperto che da alcuni allevamenti Cospalat partiva anche latte contenente aflatossine, una muffa che intacca i fusti del mais usato come alimentazione per le mucche, e che assimilata in valori elevati rischia di produrre effetti cancerogeni e causare disturbi alla crescita nei bambini. Il latte, destinato ad altri caseifici per produrre formaggi non dop o latte Omega 3, veniva diluito con prodotto non contaminato per renderlo idoneo ai controlli analitici effettuati dagli acquirenti. Secondo gli inquirenti, che hanno sequestrato 1.063 forme di formaggio potenzialmente nocivo, gli indagati avrebbero anche falsificato le analisi del prodotto. Il consorzio frodava caseifici e distributori, ma a sua volta, in una filiera di violazioni, sarebbe stato vittima di furto da parte di due autotrasportatori. Questi rubavano 2 o 3 quintali di latte nel corso di ogni viaggio verso Toscana e Umbria, per rivenderlo a un soggetto non identificato. Sottratto il latte, lo sostituivano con acqua.
Il neonatologo dell'istituto pediatrico Burlo Garofolo di Trieste, Riccardo D'Avanzo, sostiene che la presenza di aflatossine nel latte "è causa di una giusta preoccupazione", ma "non deve causare allarmismi". Le conseguenze di una eventuale intossicazione si manifestano con disturbi gastrointestinali e neurovegetativi.