Truffa all’Inps, 4 arresti. Indagato il senatore Di Biagio

Cronaca

L’indagine della Procura di Roma su una presunta maxitruffa da 22 milioni ai danni dell’ente previdenziale e del Ministero della Giustizia. Coinvolti centinaia di ignari pensionati. Il parlamentare di Scelta Civica respinge le accuse: “Sono sereno”

Quattro persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza in un’indagine della Procura di Roma su una presunta maxitruffa da 22 milioni di euro ai danni dell’Inps e del Ministero della Giustizia. In cella sono finiti due avvocati e un’impiegata dell’Enas in Croazia, ai domiciliari una collaboratrice dello studio legale. Nell’inchiesta è indagato anche il senatore di Scelta Civica per l’Italia Aldo Di Biagio. I reati contestati a vario titolo dalla procura di Roma, che conduce l'indagine, sono di associazione a delinquere, truffa in atto pubblico e riciclaggio. Secondo quanto accertato dagli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dai pm di Roma, gli arrestati, per conto di centinaia di ignari pensionati (alcuni deceduti o residenti all'estero), avrebbero messo in atto ricorsi contro l'Inps per ottenere gli oneri accessori su pensioni. Gli indagati in totale sarebbero una decina. La truffa, inoltre, non si fermerebbe all'Inps ma avrebbe tra le sue vittime anche il Ministero della Giustizia contro il quale gli indagati avrebbero fatto ricorso per il riconoscimento "dell'equa riparazione per lungaggini processuali" così come prevede la cosìddetta Legge Pinto.

Quattro arresti. Ma l’Enas-Ugl: “Noi estranei” - In carcere sono finiti due coniugi, gli avvocati Gina Tralicci e Nicola Staniscia, oltre a un'impiegata dell'Ente Nazionale di Assistenza sociale (Enas) operante in Croazia, Adriana Mezzoli. Gli arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di Barbara Conti, una collaboratrice dello studio legale. L'Enas (ente nazionale di assistenza sociale), patronato dell'Ugl, fa però sapere che "non risultano arresti" né tra i dipendenti né tra i dirigenti dell'Ente e sottolinea di essere "estraneo" alla truffa ai danni dell'Inps.

Gip: a Di Biagio 443 mila euro – Per l’accusa il senatore Aldo Di Biagio avrebbe preso parte al sistema fraudolento. Secondo quanto scrive il gip Di Biagio risulterebbe direttamente il “beneficiario finale di 443.589 euro costituiti da assegni circolari” emessi dalla Banca all'ordine di soggetti stranieri ricorrenti e “richiesti dai coniugi Tralicci e Staniscia". Di Biagio respinge però le accuse. "Non ho capito nemmeno io di che cosa si tratta: mi inquisiscono per aver promosso una causa, quindici anni fa, quando ero responsabile del patronato Enas. Io sono sereno, aspetto solo di conoscere i dettagli di questa vicenda. La mia attività in Scelta Civica, comunque, non c'entra assolutamente nulla", ha commentato all’agenzia di stampa Agi.

Soldi illecitamente investiti in ville – Secondo l’accusa i milioni di euro che sarebbero stati incassati illecitamente dalla banda che truffava l'Inps sarebbero stati investiti anche in immobili di lusso come una villa a Cortina d'Ampezzo, un appartamento a Londra ed immobili nel centro di Roma. Il patrimonio è stato posto sotto sequestro dagli uomini delle Fiamme Gialle che hanno effettuato anche una serie di perquisizioni in studi legali. Le indagini avrebbero inoltre accertato che l'associazione a delinquere incassava i milioni di euro illecitamente grazie anche alla compiacenza di alcuni soggetti tra cui anche un ex dipendente di banca indagato per riciclaggio.

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