Sul corpo della 19enne trovata morta in un uliveto sono stati riscontrati segni che confermerebbero che sia stata prima percossa e poi strangolata a mani nude. Il 34enne fermato non ha confessato l’omicidio. Il cellulare della vittima era nel suo zaino
Ilaria Leone è stata prima percossa e strangolata a mani nude. Sono i primi elementi che emergono dall'autopsia sul corpo della ragazza di diciannove anni uccisa la notte del primo maggio e poi abbandonata in un uliveto nei pressi di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno. Sul corpo della ragazza sono stati riscontrati numerosi segni che fanno ipotizzare un'azione violenta ripetuta e prolungata. Al termine dell'esame autoptico, il medico legale ha infatti confermato la dinamica dell'omicidio: Ilaria è stata picchiata e strangolata. Sul corpo ci sarebbero le tracce di un tentativo di violenza sessuale.
Intanto Ablaye Ndoye, il 34enne senegalese fermato il 3 maggio, resta rinchiuso nel carcere di Livorno a disposizione dell'autorità giudiziaria. Al momento non ha confessato l'omicidio, ma come ha ribadito il procuratore Francesco De Leo, su di lui gravano pesanti prove di colpevolezza. L’uomo è stato l'ultimo ad aver sentito telefonicamente la vittima, il cui telefonino è stato rinvenuto proprio nel suo zaino.
Nella serata del 3 maggio un migliaio di persone hanno partecipato alla veglia silenziosa che si è a Castagneto Carducci (Livorno), in ricordo di Ilaria. Alla veglia, aperta dal sindaco Fabio Tinti, erano presenti molti amici della ragazza uccisa, che hanno letto alcuni pensieri dedicati alla giovane. "Castagneto Carducci - hanno scritto in una nota congiunta sindaco, giunta e consiglio comunale - non ha mai vissuto episodi di questo genere. Siamo una comunità coesa e solidale che rifiuta ogni tipo di violenza. Quello che è successo a Ilaria è una cosa atroce, indicibile, sconvolgente che ci lascia senza parole". Da Castagneto Carducci parte anche un appello contro la violenza sulle donne: "Oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita. La vita di molte ragazze e di molte donne continua a essere spezzata, le loro capacità intellettive e affettive brutalmente compromesse. Senza una battaglia culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo, non sarà possibile attivare un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne che tanto gioverebbe alla parola civiltà".
Intanto Ablaye Ndoye, il 34enne senegalese fermato il 3 maggio, resta rinchiuso nel carcere di Livorno a disposizione dell'autorità giudiziaria. Al momento non ha confessato l'omicidio, ma come ha ribadito il procuratore Francesco De Leo, su di lui gravano pesanti prove di colpevolezza. L’uomo è stato l'ultimo ad aver sentito telefonicamente la vittima, il cui telefonino è stato rinvenuto proprio nel suo zaino.
Nella serata del 3 maggio un migliaio di persone hanno partecipato alla veglia silenziosa che si è a Castagneto Carducci (Livorno), in ricordo di Ilaria. Alla veglia, aperta dal sindaco Fabio Tinti, erano presenti molti amici della ragazza uccisa, che hanno letto alcuni pensieri dedicati alla giovane. "Castagneto Carducci - hanno scritto in una nota congiunta sindaco, giunta e consiglio comunale - non ha mai vissuto episodi di questo genere. Siamo una comunità coesa e solidale che rifiuta ogni tipo di violenza. Quello che è successo a Ilaria è una cosa atroce, indicibile, sconvolgente che ci lascia senza parole". Da Castagneto Carducci parte anche un appello contro la violenza sulle donne: "Oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita. La vita di molte ragazze e di molte donne continua a essere spezzata, le loro capacità intellettive e affettive brutalmente compromesse. Senza una battaglia culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo, non sarà possibile attivare un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne che tanto gioverebbe alla parola civiltà".